lauretta
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Eccomi qui, dopo avere "sbirciato" come ospite.. talmente bene ospitata da convincermi a patecipare a questa comunità errante. E a presentarmi.
Sono una mamma di 44 anni, con due figli adolescenti e una variegata attività professionale.
Nel 2007 ho organizzato con famiglia e amici una innocente vacanza spagnola, un itinerario in camper che all'inizio doveva svolgersi tra la Navarra e il pays basque francese. Poi, chissà come, leggendo le guide, la meta di Santiago andava a prendere sempre più consistenza, almeno per me. Ho praticamente trascinato tutti in un itinerario di qualche migliaio di km dall'italia a finisterre, senza sapere tutto sommato granchè.
Ma a SJPP è successo un fatto che poi mi ha fatto molto riflettere. Mi sono innamorata. Alla vista dei primi pellegrini, con zaino, bordone e aria ancora spaesata (ora so che anche loro erano al principio di tutto!!!), sono stata come fulminata da una grande, grandissima commozione. E una certezza: quello era il mio modo, così avrei dovuto fare quel cammino che ancora non conoscevo.
Da quel momento, il mio pazientissimo e scettico marito ha condoto il camper in un percorso automobilistico tortuosissimo, il più possibile vicino al percorso "pedonale", e i miei figli cercavano conchiglie e frecce.
Con i ragazzi ho fatto una tappa a piedi, in galizia, e lì l'amore si è dichiarato potentemente. Anche loro sono stati toccati, pur nella loro giusta distrazione adolescente e bambina, dallo speciale clima di quel grande fiume in piena che è il cammino non appena ti ci immetti, anche solo per un giono.
Così, da quel momento, non ho fatto che progettare il tempo giusto e il modo giusto (nel senso di possibile) per partire davvero.
E quest'anno - deo concedente - ce la farò. Parto ai primi di luglio, per fare almeno metà percorso, da SJPP a dove arrivo. Da sola.
Ho mentalmente preparato lo zaino tante volte, ho letto le guide, i diari, ho comperato i sandali l'anno scorso.
Tutti riti preparatori, tanto mi sentirò sempre un'ignorante e una "mozzarella" (come i pargoletti mi ricordano spesso) fino alla fine, ma che servono per tenermi in contatto con quel territorio del cuore da cui parte questo viaggio, e a cui non so che nome dare...non ancora.
E' difficile parlare di questo progetto con chi non sa cos'è, e mi fa piacere aspettare quel giorno insieme a voi, davvero
alloa, a presto
Sono una mamma di 44 anni, con due figli adolescenti e una variegata attività professionale.
Nel 2007 ho organizzato con famiglia e amici una innocente vacanza spagnola, un itinerario in camper che all'inizio doveva svolgersi tra la Navarra e il pays basque francese. Poi, chissà come, leggendo le guide, la meta di Santiago andava a prendere sempre più consistenza, almeno per me. Ho praticamente trascinato tutti in un itinerario di qualche migliaio di km dall'italia a finisterre, senza sapere tutto sommato granchè.
Ma a SJPP è successo un fatto che poi mi ha fatto molto riflettere. Mi sono innamorata. Alla vista dei primi pellegrini, con zaino, bordone e aria ancora spaesata (ora so che anche loro erano al principio di tutto!!!), sono stata come fulminata da una grande, grandissima commozione. E una certezza: quello era il mio modo, così avrei dovuto fare quel cammino che ancora non conoscevo.
Da quel momento, il mio pazientissimo e scettico marito ha condoto il camper in un percorso automobilistico tortuosissimo, il più possibile vicino al percorso "pedonale", e i miei figli cercavano conchiglie e frecce.
Con i ragazzi ho fatto una tappa a piedi, in galizia, e lì l'amore si è dichiarato potentemente. Anche loro sono stati toccati, pur nella loro giusta distrazione adolescente e bambina, dallo speciale clima di quel grande fiume in piena che è il cammino non appena ti ci immetti, anche solo per un giono.
Così, da quel momento, non ho fatto che progettare il tempo giusto e il modo giusto (nel senso di possibile) per partire davvero.
E quest'anno - deo concedente - ce la farò. Parto ai primi di luglio, per fare almeno metà percorso, da SJPP a dove arrivo. Da sola.
Ho mentalmente preparato lo zaino tante volte, ho letto le guide, i diari, ho comperato i sandali l'anno scorso.
Tutti riti preparatori, tanto mi sentirò sempre un'ignorante e una "mozzarella" (come i pargoletti mi ricordano spesso) fino alla fine, ma che servono per tenermi in contatto con quel territorio del cuore da cui parte questo viaggio, e a cui non so che nome dare...non ancora.
E' difficile parlare di questo progetto con chi non sa cos'è, e mi fa piacere aspettare quel giorno insieme a voi, davvero
alloa, a presto