Hai segnato come desiderio, nel tuo post, 18 Cammini.
"Saresti capace a condensarli in uno solo tenendo buone almeno 12 delle 18 caratteristiche che hai citato?"
uh,
Raùl .
la prima cosa che ho pensato quando ti ho letto è stata:
ca**o.
diciotto.
sono tanti.
io non mi ero presa la briga di contarli.
grazie che l'hai fatto tu.
la seconda cosa che ho pensato è:
sì, bravo.
impresa impossibile.
questa è come la storia della capra, il cavolo e la barca.
finisce che la barca si mangia il cavolo, la capra affoga e il contadino si beve il teroldego di edo.
con buona pace della ribollita e del tortel di patate.
la terza è stata del tutto involontaria.
basta sentire la parola cammino o santiago e pavlov ci fa un baffo.
ero alla mia scrivania a catalogare.
e però ero in un altrove fatto di mappe mentali dell'europa a inventarmi quadre tra variabili.
mi sono mossa razionale.
mi sono tenuta quello di 3.000 chilometri.
3.000 chilometri sono un contenitore bello capiente.
hai voglia, a farci stare dentro passi.
poi ho tolto.
quello che è rimasto, l'ho incastrato.
ho tolto:
* quello in tre giorni.
tremila chilometri in tre giorni neanche le migliori cugine.
forse in macchina.
forse.
che quando abbiamo fatto in giornata barcellona - casa sono scesa da quella macchina dicendo: io su un'automobile ci salgo tra una settimana.
ed erano "solo" mille chilometri.
* quello che tanto in 10 ore di macchina vi raggiungo al punto di partenza.
del tutto fuori strada.
poco si concilierebbe poi con la partenza dalla porta di casa.
e poi quel "vi".
è roba di amicizia.
loro sanno.
* quello con le mie radici.
* quello con le mie foglie.
si meritano passi altri.
e soprattutto.
non 3.000 chilometri con radici e foglie.

proprio no.
* quello che discende la valle.
so esattamente che valle voglio discendere [una roba alla griffo attorno a padova - la noia fatta paesaggio, forse giusto un pelino meno monotona] e non è di strada.
per il resto.
* cammini che sanno di sale se ne camminano anche seduti ad un scrivania in mezzo ai libri o correndo giù dalla cima del monte dietro casa.
il sale può essere ovunque.
lacrime.
sudore.
mare.
hai voglia, in 3.000 chilometri.
* le scogliere a picco sul mare mi costringerebbero ad un desvio.
ma why not?
ne parlano bene.
e l'oceano a mugghiare contro la terra lo risentirei volentieri.
* quello a quota 2.000 presuppone un cambio di regione, ma si può fare.
era già nei piani.
liam , in caso preparati ad una trasferta.
* la valle a risalire e la partenza dalla porta di casa ci stanno senza problemi.
* quello divino lo sarà.
non può essere altrimenti.
io.
gli scarponi.
il cielo azzurro.
l'orizzonte lontano da raggiungere un passo alla volta.
libertà.
leggerezza.
spensieratezza.
sole a brillarmi addosso [e ci abbiamo infilato anche il sole, molto bene].
essere quello che sono.
vera e bella di una bellezza abbagliante.
c'è del divino, nello stare così.
c'è del divino, nell'essersi e nel potersi essere nella propria natura più profonda.
* quello silente hai voglia.
percorso poco battuto.
mi sa che mi accompagnerà il silenzio.
che mi è natura almeno quanto le mie parole scritte.
* sulle stagioni ho un po' imbrogliato, per farcele stare tutte.
però:
arrivare solo per stare al caldo basta un temporale piazzato come si deve, per volere quel calore e quel riparo e quel rifugio con tutta la propria anima.
a quota 2.000 la vita rinasce parecchio tardi.
e la primavera possiamo spostarla sul fuso orario estivo.
le foglie a crocchiare potrebbero essere quelle degli eucalipti galleghi, invece di una qualche faggeta italica.
l'estate è lì.
da sempre uno dei periodi in cui è tutto sommato facile essere in cammino.
quindi sì.
sfida accettata.
e direi vinta.
ma sai come andrà,
Raùl .
che ieri sera mi sono scritta i miei 18 sogni.
oggi ho smontati e rimontati per il gusto di sognare e di scrivere.
e alla fine finirà così.
che al momento buono entrerò nell'agenzia di viaggi convinta di andare a san sebastian e dirò: "un biglietto per siviglia".
so di uno che l'ha fatto.


ti/vi abbraccio.
cri
cri