Sicilia
22/04 – 01/05/2023
Avviso: non è un cammino.
Non c’entra niente coi cammini
Non è neanche una cosa compiuta.
Sono cose.
18.
Non faccio cammini, non posso dare consigli, non ho risposte.
Questo è il solo contributo che posso dare.
19 anni
19 anni fa.
Il periodo era questo.
C’era un biglietto aereo, un posto dove stare, una macchina affittata.
Non l’avrei guidata io, eh.
Poi la situazione a casa improvvisamente precipita.
Non parto.
Non so se ho legato la Sicilia a questa cosa.
Non so se altre mete l’hanno scavalcata.
Ma aspetto 19 anni prima di riprovarci.
A marzo alcune foto.
Racconti.
Forse anche una borraccia.
Un messaggio per controllare la disponibilità della badante gatto dopo un piatto di spaghetti è l’inizio di tutto.
Come sempre penso a un programma cultural-turistico.
Come sempre la parte culturale si assottiglia sempre più man mano che leggo qua e là.
Si va.
Ginocchio
Ferma sulle scale di Caselle, in attesa dell’imbarco.
Fitta al ginocchio, ma fitta forte.
Mi chino anche un po’.
Sono in mezzo alla gente, faccio finta di grattarmi un polpaccio.
Non va bene.
Ma sarà la notte passata in strane posizioni in aeroporto.
Sì, sarà per quello.
Vicoli del centro storico di Trapani.
Altra fitta.
Meno forte.
Sarà perché sono stata tanto seduta, in aereo, sul bus.
Poi basta, per una settimana mi dimentico di lui.
Cammino parecchio.
Salgo, scendo, mi arrampico anche un po’.
Niente, buono e zitto.
Si fa un attimo sentire il penultimo giorno, mentre io e lo zaino corriamo dietro un bus.
Ma non è neanche una fitta, è più un ehi calma.
Non lo so.
Il saggio di casa dice che dovrei occuparmene.
Ma il saggio di casa è un gatto, che ne sa di ginocchia.
Fiori
Fiori, un mucchio di fiori.
Dal primo giorno, dalla salita a Erice.
Fino all’ultimo.
Distese.
Non conosco i loro nomi.
Tonalità che vanno dal giallo, al rosso, al blu.
Non conosco neanche il nome delle varie tonalità di colore.
Questa fioritura è una sorpresa.
Una bellissima sorpresa.
Finestra
Erice.
Alba dalla finestra.
Fossi un po’ più sveglia potrei provare a fare una foto decente.
Ma va bene anche godersi il panorama da semi addormentata.
Una figata sta finestra.
Scalette
Monte Cofano.
Ho letto di scalette e di roccette.
Ho letto valutazioni parecchio discordanti sulla difficoltà.
Un giorno per provarci l’ho tenuto, mal che vada gli giro intorno.
Inizio a vederlo da Erice.
E sì, è proprio in una bella posizione.
Sarò abbastanza saggia da tornare indietro se le cose si complicano?
Speriamo.
Un po’ di vento, cielo azzurro.
Inizia la parte con un po’ di roccette, con calma si va.
Un ragazzo e una ragazza che scendono.
Abbigliamento da scalata all’Everest, ma non mi sembrano così disinvolti.
Se sono saliti loro, forse.
Mi fermo per lasciarli passare.
Non siamo arrivati in cima. Troppo vento per la scaletta.
Ahia.
A questo punto andiamo almeno a vedere sta scaletta.
Altro ragazzo, altra ragazza.
Loro salgono.
Abbigliamento quasi da spiaggia.
Almeno su questo mi sento in una giusta via di mezzo.
Mi superano quasi di corsa.
Guardo su e li vedo.
3 o 4 metri di parete e una corda.
Salgono con attenzione, ma senza grossi problemi.
Arrivo.
Pochi appigli, ma grazie alla corda si sale.
Salire ok, ma poi di qui come ci scendo?
Pensiero che mi viene quando ormai sono oltre.
Si vede la cima, sembra solo più sentiero.
E la scaletta?
Quasi su incrocio i 2 ragazzi da spiaggia che scendono.
E poi ci sono.
E poi mi piace tantissimo.
Faccio addirittura un piccolo video, mi sembra che una foto non renda abbastanza.
Euforia da salita.
Faccio cose un po’ poco da me.
Mando anche una foto a chi non sento da una decina d’anni.
Non in modo diretto, ma la mando.
Bello qui.
Bello qui con nessuno.
Lo sai che devi ancora scendere, vero?
Sì, dopo.
Sì, scendo.
Tutto sommato senza grossi problemi.
Ma sta scaletta?
Piedi
Bagno no.
Lo sapevo.
Che senso ha stare lì a sguazzare.
Ma piedi a mollo sì.
Spesso, volentieri, con piacere.
Pane cunzato
Una sera, mangiato su un muretto, davanti al mare.
Quando ormai non ci speravo quasi più.
Altre cose buone, molto buone.
Seduta a un tavolo o camminando.
Dolci o salate.
Ma sì, lui, nella sua semplicità, lo metterei al primo posto.
Griffo e la signora dell’ottavino
Un video di Griffo che suona l’armonica in un bosco.
Mi viene in mente sul monte Monaco.
Vista su San Vito.
Sarebbe bello suonare qui l’armonica.
O l’ottavino.
Nei miei forzati giovedì all’auditorium ogni tanto dormo,
Ogni tanto i pensieri vanno per conto loro.
Dietro di me qualcuno ha detto che la signora dell’ottavino è molto brava.
Non sono sicura di sapere cos’è un ottavino, ma intersecando signora e suffisso ino lo identifico.
Cerco di isolarne il suono.
Piccolo, portabile, che bello dev’essere saper suonare qualcosa.
Peccato sia totalmente incapace.
Qui, adesso, mi piacerebbe anche solo sentirlo.
Arriva una coppia.
Si sale con un comodo sentiero, dall’altro versante addirittura con una mulattiera.
No, suonare qui avrebbe potuto disturbare.
Iniziano a videochiamare, entrambi, rumorosamente.
Adesso li butto giù.
Se non la smettono li butto giù.
Poi mi viene in mente la felicità di una videochiamata su un altro cucuzzolo.
Mi pento del mio pensiero omicida.
Però, inventare un casco gonfiabile da mettere in testa in modo da poter videochiamare senza che gli altri sentano niente?
Lo aggiungo alla lista, insieme al geologo da tasca e all’allontana mosche.
Rose
Non quelle che fioriscono, quelle che ho in testa.
Con la crema solare riesco sempre a saltare qualche pezzo e a scottarmi.
Una volta le orecchie, una volta una striscia sul collo.
Questa volta un buchino sulla testa, causa rosa.
Me ne accorgo quando ci finisce il getto d’acqua della doccia.
Ma come si fa a mettere la crema lì?
Forse se mi pettinassi la situazione migliorerebbe.
Ma già lo faccio poco a casa, in vacanza proprio no.
Un berretto, dovrei portare un berretto.
Il cane di San Rocco
Se mia zia potesse vedere le mie gambe direbbe:
ti manca solo il cane di San Rocco con la pagnotta in bocca
La vegetazione è piuttosto spinosa.
Qualche sentiero finisce un po’ nel nulla.
Ci si può ritrovare in immensi campi di cardi.
Ogni tanto ci si appoggia un po’ troppo a una roccia.
Tutto nella norma, sarebbe strano il contrario.
Isole
Da piccola avevo 2 libri che ho letto e riletto:
L’isola misteriosa
Vacanze sull’isola dei gabbiani.
Cresciuta vicino alle montagne, non so neanche nuotare.
Perché le isole mi hanno sempre attratto?
Divieti
Non sono brava per niente a eludere i divieti.
Allora mi convinco che non è un divieto.
Sul sito della Riserva dello Zingaro non è menzionato come ingresso.
Ma sulla cartina che mi ha passato cri non c’è il simbolo di divieto.
Potrei mandare una email e chiedere.
Ma se mi dicono che non si può entrare di lì?
Meglio non sapere.
E allora da Macari inizio a salire.
Il primo tratto è una pista in cemento con pendenza da non umani.
Poi inizia il sentiero.
Ed è bello, ma proprio bello.
Sono al passo.
C’è un cavallo.
C’è un panorama da lasciare senza fiato.
Direi che sono dentro la Riserva.
Grande idea salire da qui, davvero.
Passo del Lupo e sentieri per stare su più possibile.
Cavalli e mucche.
Nessun umano.
Baglio Cusenza con case dalle strane grondaie.
Il giorno dopo sentiero basso e medio.
Con ingresso regolamentare e biglietto.
Belli.
Il basso, con la discesa alle calette, molto bello.
Ma quello alto, per me, fantastico.
Sedie impagliate
Le vedo in uno dei piccoli musei nella Riserva dello Zingaro.
Associazione di idee con alcuni messaggi scambiati in questi giorni.
Quando ho iniziato a lavorare pensavo che forse avrei avuto più successo a impagliare sedie.
Mai avuto il coraggio di farlo.
Chissà cosa sarebbe capitato.
Ormai è troppo tardi.
Scarpa destra
Non erano nuove, no.
Ma neanche così a pezzi.
La scarpa destra tornerà a casa con un squarcio sulla tomaia.
Spiegherà più delle parole la mia settimana.
Torpedone
Alla tua età faresti meglio a scegliere una bella gita in torpedone.
Il gatto me lo dice sempre.
Temo abbia ragione.
Lui è saggio, io non tanto.
Ma questa volta è andata bene così, senza torpedone.
Molto bene.
Cappella Palatina
Nessuna parola.
Naso per aria.
Bocca aperta.
Ma anche il duomo di Monreale e i drappeggi di marmo.
Chiostro di San Giovanni degli Eremiti
Forse perché piove.
Forse perché non c’è nessuno.
Forse per il contrasto.
Ma: silenzio.
Selinunte
Non perderti Selinunte.
Questa volta non ce la faccio.
Dovrò tornare.
E sì, dovrò tornare.
22/04 – 01/05/2023
Avviso: non è un cammino.
Non c’entra niente coi cammini
Non è neanche una cosa compiuta.
Sono cose.
18.
Non faccio cammini, non posso dare consigli, non ho risposte.
Questo è il solo contributo che posso dare.
19 anni
19 anni fa.
Il periodo era questo.
C’era un biglietto aereo, un posto dove stare, una macchina affittata.
Non l’avrei guidata io, eh.
Poi la situazione a casa improvvisamente precipita.
Non parto.
Non so se ho legato la Sicilia a questa cosa.
Non so se altre mete l’hanno scavalcata.
Ma aspetto 19 anni prima di riprovarci.
A marzo alcune foto.
Racconti.
Forse anche una borraccia.
Un messaggio per controllare la disponibilità della badante gatto dopo un piatto di spaghetti è l’inizio di tutto.
Come sempre penso a un programma cultural-turistico.
Come sempre la parte culturale si assottiglia sempre più man mano che leggo qua e là.
Si va.
Ginocchio
Ferma sulle scale di Caselle, in attesa dell’imbarco.
Fitta al ginocchio, ma fitta forte.
Mi chino anche un po’.
Sono in mezzo alla gente, faccio finta di grattarmi un polpaccio.
Non va bene.
Ma sarà la notte passata in strane posizioni in aeroporto.
Sì, sarà per quello.
Vicoli del centro storico di Trapani.
Altra fitta.
Meno forte.
Sarà perché sono stata tanto seduta, in aereo, sul bus.
Poi basta, per una settimana mi dimentico di lui.
Cammino parecchio.
Salgo, scendo, mi arrampico anche un po’.
Niente, buono e zitto.
Si fa un attimo sentire il penultimo giorno, mentre io e lo zaino corriamo dietro un bus.
Ma non è neanche una fitta, è più un ehi calma.
Non lo so.
Il saggio di casa dice che dovrei occuparmene.
Ma il saggio di casa è un gatto, che ne sa di ginocchia.
Fiori
Fiori, un mucchio di fiori.
Dal primo giorno, dalla salita a Erice.
Fino all’ultimo.
Distese.
Non conosco i loro nomi.
Tonalità che vanno dal giallo, al rosso, al blu.
Non conosco neanche il nome delle varie tonalità di colore.
Questa fioritura è una sorpresa.
Una bellissima sorpresa.
Finestra
Erice.
Alba dalla finestra.
Fossi un po’ più sveglia potrei provare a fare una foto decente.
Ma va bene anche godersi il panorama da semi addormentata.
Una figata sta finestra.
Scalette
Monte Cofano.
Ho letto di scalette e di roccette.
Ho letto valutazioni parecchio discordanti sulla difficoltà.
Un giorno per provarci l’ho tenuto, mal che vada gli giro intorno.
Inizio a vederlo da Erice.
E sì, è proprio in una bella posizione.
Sarò abbastanza saggia da tornare indietro se le cose si complicano?
Speriamo.
Un po’ di vento, cielo azzurro.
Inizia la parte con un po’ di roccette, con calma si va.
Un ragazzo e una ragazza che scendono.
Abbigliamento da scalata all’Everest, ma non mi sembrano così disinvolti.
Se sono saliti loro, forse.
Mi fermo per lasciarli passare.
Non siamo arrivati in cima. Troppo vento per la scaletta.
Ahia.
A questo punto andiamo almeno a vedere sta scaletta.
Altro ragazzo, altra ragazza.
Loro salgono.
Abbigliamento quasi da spiaggia.
Almeno su questo mi sento in una giusta via di mezzo.
Mi superano quasi di corsa.
Guardo su e li vedo.
3 o 4 metri di parete e una corda.
Salgono con attenzione, ma senza grossi problemi.
Arrivo.
Pochi appigli, ma grazie alla corda si sale.
Salire ok, ma poi di qui come ci scendo?
Pensiero che mi viene quando ormai sono oltre.
Si vede la cima, sembra solo più sentiero.
E la scaletta?
Quasi su incrocio i 2 ragazzi da spiaggia che scendono.
E poi ci sono.
E poi mi piace tantissimo.
Faccio addirittura un piccolo video, mi sembra che una foto non renda abbastanza.
Euforia da salita.
Faccio cose un po’ poco da me.
Mando anche una foto a chi non sento da una decina d’anni.
Non in modo diretto, ma la mando.
Bello qui.
Bello qui con nessuno.
Lo sai che devi ancora scendere, vero?
Sì, dopo.
Sì, scendo.
Tutto sommato senza grossi problemi.
Ma sta scaletta?
Piedi
Bagno no.
Lo sapevo.
Che senso ha stare lì a sguazzare.
Ma piedi a mollo sì.
Spesso, volentieri, con piacere.
Pane cunzato
Una sera, mangiato su un muretto, davanti al mare.
Quando ormai non ci speravo quasi più.
Altre cose buone, molto buone.
Seduta a un tavolo o camminando.
Dolci o salate.
Ma sì, lui, nella sua semplicità, lo metterei al primo posto.
Griffo e la signora dell’ottavino
Un video di Griffo che suona l’armonica in un bosco.
Mi viene in mente sul monte Monaco.
Vista su San Vito.
Sarebbe bello suonare qui l’armonica.
O l’ottavino.
Nei miei forzati giovedì all’auditorium ogni tanto dormo,
Ogni tanto i pensieri vanno per conto loro.
Dietro di me qualcuno ha detto che la signora dell’ottavino è molto brava.
Non sono sicura di sapere cos’è un ottavino, ma intersecando signora e suffisso ino lo identifico.
Cerco di isolarne il suono.
Piccolo, portabile, che bello dev’essere saper suonare qualcosa.
Peccato sia totalmente incapace.
Qui, adesso, mi piacerebbe anche solo sentirlo.
Arriva una coppia.
Si sale con un comodo sentiero, dall’altro versante addirittura con una mulattiera.
No, suonare qui avrebbe potuto disturbare.
Iniziano a videochiamare, entrambi, rumorosamente.
Adesso li butto giù.
Se non la smettono li butto giù.
Poi mi viene in mente la felicità di una videochiamata su un altro cucuzzolo.
Mi pento del mio pensiero omicida.
Però, inventare un casco gonfiabile da mettere in testa in modo da poter videochiamare senza che gli altri sentano niente?
Lo aggiungo alla lista, insieme al geologo da tasca e all’allontana mosche.
Rose
Non quelle che fioriscono, quelle che ho in testa.
Con la crema solare riesco sempre a saltare qualche pezzo e a scottarmi.
Una volta le orecchie, una volta una striscia sul collo.
Questa volta un buchino sulla testa, causa rosa.
Me ne accorgo quando ci finisce il getto d’acqua della doccia.
Ma come si fa a mettere la crema lì?
Forse se mi pettinassi la situazione migliorerebbe.
Ma già lo faccio poco a casa, in vacanza proprio no.
Un berretto, dovrei portare un berretto.
Il cane di San Rocco
Se mia zia potesse vedere le mie gambe direbbe:
ti manca solo il cane di San Rocco con la pagnotta in bocca
La vegetazione è piuttosto spinosa.
Qualche sentiero finisce un po’ nel nulla.
Ci si può ritrovare in immensi campi di cardi.
Ogni tanto ci si appoggia un po’ troppo a una roccia.
Tutto nella norma, sarebbe strano il contrario.
Isole
Da piccola avevo 2 libri che ho letto e riletto:
L’isola misteriosa
Vacanze sull’isola dei gabbiani.
Cresciuta vicino alle montagne, non so neanche nuotare.
Perché le isole mi hanno sempre attratto?
Divieti
Non sono brava per niente a eludere i divieti.
Allora mi convinco che non è un divieto.
Sul sito della Riserva dello Zingaro non è menzionato come ingresso.
Ma sulla cartina che mi ha passato cri non c’è il simbolo di divieto.
Potrei mandare una email e chiedere.
Ma se mi dicono che non si può entrare di lì?
Meglio non sapere.
E allora da Macari inizio a salire.
Il primo tratto è una pista in cemento con pendenza da non umani.
Poi inizia il sentiero.
Ed è bello, ma proprio bello.
Sono al passo.
C’è un cavallo.
C’è un panorama da lasciare senza fiato.
Direi che sono dentro la Riserva.
Grande idea salire da qui, davvero.
Passo del Lupo e sentieri per stare su più possibile.
Cavalli e mucche.
Nessun umano.
Baglio Cusenza con case dalle strane grondaie.
Il giorno dopo sentiero basso e medio.
Con ingresso regolamentare e biglietto.
Belli.
Il basso, con la discesa alle calette, molto bello.
Ma quello alto, per me, fantastico.
Sedie impagliate
Le vedo in uno dei piccoli musei nella Riserva dello Zingaro.
Associazione di idee con alcuni messaggi scambiati in questi giorni.
Quando ho iniziato a lavorare pensavo che forse avrei avuto più successo a impagliare sedie.
Mai avuto il coraggio di farlo.
Chissà cosa sarebbe capitato.
Ormai è troppo tardi.
Scarpa destra
Non erano nuove, no.
Ma neanche così a pezzi.
La scarpa destra tornerà a casa con un squarcio sulla tomaia.
Spiegherà più delle parole la mia settimana.
Torpedone
Alla tua età faresti meglio a scegliere una bella gita in torpedone.
Il gatto me lo dice sempre.
Temo abbia ragione.
Lui è saggio, io non tanto.
Ma questa volta è andata bene così, senza torpedone.
Molto bene.
Cappella Palatina
Nessuna parola.
Naso per aria.
Bocca aperta.
Ma anche il duomo di Monreale e i drappeggi di marmo.
Chiostro di San Giovanni degli Eremiti
Forse perché piove.
Forse perché non c’è nessuno.
Forse per il contrasto.
Ma: silenzio.
Selinunte
Non perderti Selinunte.
Questa volta non ce la faccio.
Dovrò tornare.
E sì, dovrò tornare.