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URAGANO F.

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Ermetismo

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URAGANO F.
Di tanti che ho conosciuto non è rimasto neppure tanto; solo a Te il mio pensiero vola.
Ti ho trovato (o meglio, tu hai trovato me), lì dove “non c’è nulla”, tra Carrion de los Condes a Calzadilla de la Cueza, 17 km di completa solitudine.
All’inizio eri solo un puntino nero tra il bianco della via Augusta e l’orizzonte che all’alba si andava colorando d’arancio.
Più avanti una figura indistinta, forse uno dei tanti pellegrini mattinieri.
Quando ti ho raggiunta una bandiera brasilera ti avvolgeva le spalle su cui ricadeva una cascata di capelli corvini, un piccolo zaino verde, gli short e… le infradito ai piedi.
Beh, questa mi mancava!
Ti supero con il consueto impersonale “Hola” ma Tu rispondi chiamandomi per nome. Come è possibile?
“L’altra sera a Boadilla, sei passato a salutare un amico, ed eravamo in tanti alla tavolata...non mi avrai notato”.
Capita. Anche miss Universo mi sfuggirebbe! Ti ricordi quanti sfottò mi hai riservato? L’imbarazzo, il disagio, il rossore. E i chilometri passano in un attimo.
“Dai, facciamo colazione”.
E ora l’imbarazzo è tuo: “Non ho denaro”.
Un gesto che credevo non mi appartenesse ma una banconota passa di mano: “Me li restituirai a Santiago”. Una promessa...un augurio...chissà!
Ricordi il mio stupore quando al primo bancomat hai svolto un porta tessere con almeno dieci carte di credito ...e il prestito ritorna.
Ma chi sei?
Non avevi nulla con Te. Hai indossato i miei vestiti, i miei sandali ti hanno condotta a Santiago, la mia insignificante presenza ti è stata sostegno nei momenti di difficoltà e discreta compagna nel tuo assoluto ed esuberante protagonismo con il popolo del Cammino.
Ma chi sei?
Ho poche amicizie, perché ho sempre voluto quelle vere. Amo tanto il silenzio, la pacatezza, il non parlare a caso, Tu mi hai travolto con le parole. Quelle dette e quelle solo sussurrate. La gestualità così latina che fa fremere anche le cariatidi più anchilosate di sempre. Tanta tenerezza. Io così indifeso.
Come ho potuto lasciarmi coinvolgere?
Ma chi sei?
Con te ho affrontato le Paure più intense e goduto delle Gioie più grandi, ho condiviso ogni istante bello o brutto che sia stato, e sei riuscita a trasformare quelle che erano lacrime in sorrisi e le tristezze in Gioia di vivere. Non sono più una cosa posata in un angolo e dimenticata.
Con la tua presenza hai saputo caricare ogni attimo che abbiamo vissuto insieme in una opportunità per vivere intensamente e… sorridere. Hai colorato i miei giorni di LUCE, sei Splendida Amica Mia! Quanta complicità!.
E tutte le volte che ci hai tolto dagli impicci sfoderando una lingua diversa?
Passi per lo spagnolo, l’inglese e il francese, il tedesco e il portoghese ma il russo e l’arabo?. E che dire del parsi?
Ma chi sei?
Quando mi hai raccontato di Te, della tua vita complessa e avventurosa (che Beautiful e Dynasty al cospetto sono favole per educande) faticavo a crederti ma poi ho capito che non aveva nessuna importanza se era verità o fantasia.
Sin importancia...carpe diem. Le tue lacrime erano ancora calde.
Ma chi sei?
Affabulatrice. Ogni giorno, ogni tappa, un racconto, un pezzo di vita vissuta, regole infrante, sorprese, avventure. Puro divertimento.
Ricordo quello che mi hai dato semplicemente guardandomi negli occhi e facendomi sorridere. Mi hanno segnato i tuoi avvolgenti abbracci, i pizzicotti e le carezze che ai miei occhi ti rendevano unica. Il chiedermi continuamente “Come stai”, che mi faceva sentire così importante. Quanta intimità.
Sai, nessuno mi ha mai chiesto “Come stai?”. Io ero per tutti quello con le spalle larghe, che poteva benissimo farsi carico dei propri e dei problemi altrui senza tentennamenti. Un colosso ma dai piedi d’argilla.
Ho tanta stanchezza sulle spalle.
Ma chi sei?
Perché mi hai scelto fra tanti? Una alternativa a tuo padre che vi ha lasciati per una donna più giovane? Un surrogato del fratello morto? La nostalgia della madre che vive in Brasile? Un’opera di misericordia? Un’altro dei tuoi eccessi?
Quien sabe?
Ma chi sei?
Non so chi Tu sia ma so cosa sei stata per me, amica mia.
Una luce nel grigiore della quotidianità, una finestra su cui si affaccia un mondo altro, una promessa di alternativa, un vento che tutto accarezza e porta a nuova vita, la possibilità che tutto si può fare e come dopo un naufragio, subito, si riprende il mare.
Perché non si può cambiare il passato ma solo la nuova destinazione.
Ricordi la nostra canzone?
“Ogni cuore è un pellegrino,
ognuno vuole sapere
la ragione per cui il vento muore
e dove vanno le storie.
Pellegrino, nel tuo viaggio
potresti andare lontano,
perché, pellegrino, la strada è lunga
per scoprire chi sei...”

Anche adesso che dici di non sentire più il desiderio di aprire l’album delle 1000 foto, in me non viene meno il ricordo di quella che è stata una grande avventura, un pezzo di strada fatta insieme che mi ha profondamente cambiato. Tu mi hai fatto sorridere e ridere ogni giorno. Per 500 chilometri.
Il Cammino da sempre ciò di cui si ha bisogno.
Non c’è tristezza che camminando si attenui e lentamente si sciolga.
Grazie del dono. Buona vita, uragano F., ovunque il vento ti sospinga.
Abbi cura di Te.
 
Per stampare il racconto ecco il pdf
 

Allegati

  • URAGANO F. _ Pellegrini per Sempre - Forum.pdf
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Scrivi più spesso, chi ha un dono così lo deve dividere con il mondo.
Grazie, solo un grande grazie
 
Grazie Ermanno, era il mio racconto preferito :amore:
 
Solo un "GRANDE" !!
Pat
 

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