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E' morto Don José María Alonso Marroquí

giorgio

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Il parroco di S.Juan de Ortega (chi non ricorda la sua zuppa all'aglio ? ) e' morto all'eta' di 81 anni
 

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Lo ricordo molto bene ...l'accoglienza e la colazione alla mattina in privato con la perpetua .....
Grazie per l'informazione ricordandolo nelle nostre preghiere!
Daniela
 
E' stato una delle persone che ricordo con più affetto di quelle conosciute nel mio cammino.
Una persona innamorata della sua Chiesa. Aveva cucinato la sua zuppa d'aglio, cantato con noi e poi solo a qualcuno (ed io per fortuna ero fra questi) aveva fatto visitare luoghi che non erano più accessibili al pubblico. Ha lamentato in quell'occasione il fatto che la sua Chiesa non riuscisse ad avere sovvenzioni per poter essere ristrutturata e così pure aveva bisogno di soldi per il suo albergue. Ci eravamo impegnati a mandare una lettera al Presidente della Regione per sollecitare un intervento. Pensavamo che se tanti pellegrini avessero scritto forse qualcosa avrebbe potuto succedere. Nel vecchio forum Carla aveva fatto un appello in tal senso.
Quando , sempre nel vecchio forum, qualcuno si è lamentato per la scarsa pulizia del luogo a me è venuto da piangere dalla rabbia. Don Josè Maria era una persona anziana che chiedeva solo di poter conservare al meglio un luogo che per secoli è stato un rifugio per pellegrini.
Spero che nel ricordo di questo uomo speciale si possa vedere un giorno ritornare San Juan de Ortega come lo videro i pellegrini di tanto, tanto tempo fa.
Lo ricorderò sempre.
 
Non ho avuto il piacere di conoscere Don Josè, poichè in entrambi i miei cammini ho proseguito..
però san juan de ortega è stato per me un luogo di "miracoli"...e ho sentito la presenza di Don Jose anche senza averlo direttamente conosciuto
era uno dei "costruttori" del cammino, come Marcellino e Senora Felicia...
don Josè, ovunque tu sia grazie dal profondo del cuore
 
Un momento di raccoglimento e di preghiera per Don Josè Maria punto fermo per tutto il mio peregrinare sui sentieri per Santiago,con lui se ne va un pezzo di "CAMINO". Ciao Don Jose sarai sempre nel mio cuore zioovittorio, ULTREYA SEMPRE
 
ricordo con molto affetto e stima il vecchio sacerdote che diceva la messa la sera prima della cena...nonostante gli incubi della notte trascorsa nell'ostello, tra lampi e tuoni e un buio pesto (colpa della frittatona del piccolo bar)! mi associo commossa alla preghiera, e spero che ci sia un nuovo Don Josè, che con lo stesso amore e dedizione accolga i pellegrini, anche se il suo ricordo rimarrà indelebile nel cuore di tutti i pellegrini. ultreya :arrow:
 
Metto anche questo video, oltre a Don José Maria c'è anche un pezzo su Ponte Fitero e su altri albergue.
Credo sarebbe contento sapere che parliamo tanto di cammino.

Grazie Silvana, è stata una emozione rivederlo, don José Maria..conosciuto nel 2005 mentre facevo da sola quel tratto di cammino.
Ero un po' giu' e non stavo bene, ma lui ebbe per me parole come se mi leggesse dentro, e quando ripresi a camminare piano piano il nodo che mi stringeva dentro si sciolse.
Li stiamo perdendo un po' tutti questi leggendari personaggi del Camino......come la señora Remedios all' Alto do Poio.
Ma noi possiamo fare molto perché invece non vada perso quello spirito di accoglienza e fratellanza che ha contraddistinto le loro vite, e che pare sia sempre piu' difficile trovare.
Guardando il video di youtube mi sono venuti i brividi quando sono passate le immagini dei containers, si proprio quelli in lamiera ondulata che viaggiano sui cargo...,che la Xunta de Galicia intende installare sul Cammino in previsione del grande afflusso di pellegrini previsto per il 2010, per creare albergues e quindi postiletto.
Non ci posso credere!
A parte il fatto che credo saranno caldissimi a luglio e agosto e freddissimi negli altri mesi, ma sono orribili..!!
Non riesco ad immaginarli piazzati quà e là lungo il Cammino...!!
Ditemi che non sarà vero........sarebbe un peccato.
Intanto, diro' una preghiera per don José Maria.
 
Pur non avendo conosciuto don José Maria, ne ho sentito molto parlare e ho letto della sua zuppa di aglio e del suo amore per il Cammino... La notizia della sua partenza per la Casa del Padre mi ha rattristata e ora lo ricorderò nelle mie preghiere. Spero che il suo sogno di riportare all'antica dignità la sua chiesa di San Juan de Ortega si realizzi e, a questo proposito, vi segnalo una notizia pubblicata su Jacobeo.net:

https://www.jacobeo.net/index.php?m=boletin_noticias&pad=33&detalle=OK&noti=137&bol=OK

Pare che l'Arcivescovado di Burgos e la fondazione DIPER abbiano stipulato un accordo per iniziare i restauri e realizzare a San Juan un luogo di meditazione e riposo per il pellegrini, con un nuovo spazio di ospitalità e un'area dedicata ai malati terminali... almeno, questo è ciò che ho capito con il mio spagnolo casalingo: se ho sbagliato, correggetemi :oops: !
 
Nemmeno io ho mai conosciuto Don Josè anche se nel 2003 mi sono fermata al refujo di San Juan de Ortega (se non ricordo male in quei giorni era assente), ma chiaramente ne ho sentito parlare tanto e tanto.
Fa parte della vita che scompaiano le persone, però ti rimane dentro sempre un non so che di rimpianto per chi ha fatto del bene e, come è il corso naturale, va a raggiungere le praterie celesti, come dicono gli indiani. Don Juan, Felicia...... sono senz'altro in un posto migliore di questo mondo e sono sicura che quando anche noi arriveremo da loro, saranno lì a mettere un sello nella nostra credenziale.
 
Io sono passato a San Juan de Ortega il mattino presto. Non ho conosciuto Don José Maria e non ho assaggiato la sua famosa "sopa de ajo". L'ho visto solo un istante. Ricordo con piacere il complesso di San Juan de Ortega, uno dei luoghi più simbolici del camino francés.
Vi ho postato due video su YouTube x ricordarlo. Li ho estrapolati da alcuni filmati.
Il primo mentre parla della sua chiesa e dei due capitelli illuminati dal sole nei giorni degli equinozi: https://it.youtube.com/watch?v=MOhuRVmaWDQ
Il secondo estrapolato da "tres en el camino": https://it.youtube.com/watch?v=w3aA57_xeC0
Don José, grazie x la tua dedizione al cammino.
 
Quando si tratta di credere, non basta sapere, bisogna provare, cioè sentire. Credere non è soltanto questione di conoscenze. E' anche un affare che coinvolge il cuore e il corpo e ti porta ad attraversare delle soglie, a valicare dei passi, a superare dei passaggi stretti.
Viene il momento in cui dobbiamo credere nel nostro cuore. Ma noi siamo limitati. Non è come imparare a far di conto. Nella fede c'è sempre un elemento imprevedibile, che sconcerta sempre. Come nell'amore. Il mio elemento imprevedibile è stato don José Maria.
Da anni meditavo sulla mia capacità di credere. Da anni ricercavo Dio, l'Assoluto, la Legge Mistica, qualcosa o qualcuno, insomma, che mi restituisse la fede della mia giovinezza.
Quando mi imbarcai nell'avventura del Cammino, lo feci per un antico ricordo d'infanzia, di quando, alunno dei Fratelli dell Scuole Cristiane, un insegnante di lettere raccontò in classe degli antichi pellegrini che si recavano alla tomba di San Giacomo, con tutto il corollario poi di Carlomagno. Un ricordo, questo, rimasto per decenni in fondo alla mia mente.
Quando iniziai il Cammino, più che la fede era presente in me il racconto del mio insegnante e la scommessa con me stesso di superare una prova di quel genere nonostante l'età.
Le cose cambiarono a San Juan de Ortega. Riposavo nella piazzetta antistante la Chiesa, in attesa che asciugasse la biancheria appena lavata al fontanile e mi accorsi che don José si era seduto nell'atrio della canonica. Provai, in quel momento, la necessità di accostarmi a lui per scambiare due chiacchiere, ma dopo due convenevoli - fu più forte di me - gli chiesi se comprendeva bene la mia lingua e, al suo assenso, aggiunsi allora che desideravo confessarmi. Era un'esigenza la mia che scoppiava, lì, in quella piazzetta, dopo trentanni dall'ultima volta.
Don José prese una sedia, la pose accanto a sé, mi fece sedere e per un'ora e mezza iniziò a parlarmi della società, degli antichi cammini, dei pellegrini, della difficoltà di ospitare i camminanti; e io stavo ad ascoltarlo con una leggerezza nel cuore che mi ricordava mia madre quando mi accarezzava.
Mi domandò, poi, se desideravo un caffé. Lo fece portare da sua sorella, una tazza di caffé per lui, un café con leche per me e per entrambi un bel piatto di biscotti. E quanti si trovavano a passare per via potevano vedere due vecchi tranquilli che gustavano una zuppetta.
Parlò ancora, don José Maria, per una buona mezz'ora, e alla fine, guardandomi con quegli occhi trasparenti, mi invitò: "Quando vuoi confessarti....""
Mi alzai subito e feci l'atto di recarmi nella chiesa distante una decina di metri, ma fu a quel punto che lui toccò leggermente il mio braccio e mi sussurrò:
"Dove vai, figlio mio, Dio è anche qui"! e mi confessò, là, seduti su due vecchie seggiole, coi piedi sulla strada.
Il mio cuore sembrò espandersi e la confessione andò avanti a fatica per i miei singhiozzi.
Al termine ci stringemmo e fu come se in quel momento io abbracciassi Dio.
Pippo
 
Grazie Pippo, grazie per avermi riportato a momenti così intensi da me anche vissuti sul Cammino.
E' vero, Dio è dappertutto....ma chissà perché sul Cammino Lo sentiamo di piu'.......
 
Quando tu a Savona mi dissi parte di questo racconto, ho provato tanta gioia dentro, anche se non l'ho dato a vedere, perchè una pecorella era smarrita ed è stata ritrovata.
Ma questo post che hai scritto è ben più di un ricordo di un uomo: è il rivisitare te stesso, la tua vita, il tuo contatto di Dio e con Dio. Ovvero quel filo invisibile che ti legava a Lui e che Lui, nonostante il tuo non voler ascoltare, non ha mai tranciato. Perchè l'Amore è più grande di qualunque nostra ribellione.
La Grazia del sacramento della riconciliazione è qualcosa di enorme per l'uomo. Appunto una Grazia. E' da lì che si riparte.
Per una nuova vita.
Lasciati cullare dal suo amore, ora che lo hai dentro e amalo come non lo hai amato per tutti gli anni che gli sei stato distante.
Te lo dice uno che ci è finito dentro, quasi senza accorgersene e che adesso ha una scelta davanti. Una scelta più grande di lui e che senza la preghiera e i Sacramenti si sente perso. Perchè più preghi e più ti viene voglia di pregare.
Un abbraccio
gianluca
 
pippo ha scritto:
"Dove vai, figlio mio, Dio è anche qui"! e mi confessò, là, seduti su due vecchie seggiole, coi piedi sulla strada.
Il mio cuore sembrò espandersi e la confessione andò avanti a fatica per i miei singhiozzi.
Al termine ci stringemmo e fu come se in quel momento io abbracciassi Dio.
Pippo
Semplicemente grazie Pippo ... ci sono momenti e occasioni in cui le parole sono necessarie per spiegare uno stato ... altri in cui il silenzio è come una colonna sonora in una fantastica rappresentazione ...
La riconciliazione non suscita forse meraviglia? ... Ancora di più quando strumento di questa Grazia ne è artefice un umile servitore quale sicuramente è stato Don Josè Maria Alfonso
Io non ho avuto la gioia di conoscerlo ma attraverso il tuo tenerissimo racconto è come se anche la mia spalla sia stata accarezzata dalle sue forti e generose mani
Grazie hermano del Camino :arrow: per questa tua coinvolgente condivisione
 
pippo ha scritto:
Viene il momento in cui dobbiamo credere nel nostro cuore. Ma noi siamo limitati. Non è come imparare a far di conto. Nella fede c'è sempre un elemento imprevedibile, che sconcerta sempre. Come nell'amore. Da anni ricercavo Dio, l'Assoluto, la Legge Mistica, qualcosa o qualcuno, insomma, che mi restituisse la fede .

"Dove vai, figlio mio, Dio è anche qui"! e mi confessò, là, seduti su due vecchie seggiole, coi piedi sulla strada.
e fu come se in quel momento io abbracciassi Dio.
Pippo

Grazie Pippo della bella e toccante testimonianza ... !
Grazie di vero cuore. Ricordo con molta nostalgia quel posto,, don Josè .... il pianto che feci arrivata lì .... un pianto senza motivo apparente, ma solo una volta a casa ne compresi il significato ... fu proprio a San Juan de Ortega che mi liberai di più della metà del mio bagaglio (zaino).
Una volta tornata a casa ripensando al mio cammino mi accorsi che solo dopo quel pianto liberatore, senza accorgemene lasciai metà del mio bagaglio e meditando su questo , solo qualche settimana dopo compresi che il peso dello zaino equivale al peso morale che mi portavo sulle spalle (nel segno dello zaino). E' bastato un painto per liberarmi di TUTTO!
Un abbraccio
Dani
 
Dany ha scritto:
Ricordo con molta nostalgia quel posto,, don Josè .... il pianto che feci arrivata lì .... un pianto senza motivo apparente, ma solo una volta a casa ne compresi il significato ... Dani
Grazie Dany, comprendo molto bene la tua esperienza, è molto bella. Oggi mi rendo conto che la fede è presente nel segreto della nostra coscienza. A volte pensiamo di averla perduta, ma non è così, perché dentro di noi conserviamo sempre una vecchia traccia. Aspettiamo soltanto che qualcuno ci aiuti a farla riemergere.
Pippo
 
..sono profondamente dispiaciuta,
ricordo con molto affetto Don José, la sua quasi eterea dolcezza e più che umana generosità.
la sua zuppa apparentemente povera e comune ma tra i piatti più ricchi e sazianti che io abbia mai assaggiato.

Grazie Don José María Alonso Marroquí, per sempre nel mio cuore!

Mary
 

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