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Diario Le Puy - Moissac

liam

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Ogni cammino è diverso, ormai l’ho capito, e questo non si è smentito.
Prima cosa strana, non ho scritto una parola. Normalmente riempio il mio quadernino di frasi sconclusionate, questa volta niente.
Non so bene perché. Non ho scritto niente il primo giorno e poi ho continuato.
Un po’ mi dispiace, ma è capitato così.
Per cui non so bene cosa vi racconterò e come.
Farò affidamento sulla memoria, guarderò le foto (quelle le ho ancora fatte) per farmi tornare in mente qualche sensazione. La sequenza temporale potrebbe non essere sempre corretta.
Qualcosa vorrei comunque scriverla, soprattutto per me.
Prima però una piccola precisazione, l’ho già detto più volte, ma con la vecchiaia ci si ripete.
Un pellegrinaggio è un’altra cosa, non so bene cosa, ma un’altra cosa rispetto a quello che faccio io. Il mio è un modo di andare in giro a piedi. Poi se ogni tanto arriva qualcosa di più, a volte anche un briciolo più profondo, lo accetto volentieri.
Se andate avanti a leggere, tenetene conto e prendetemi per quello che sono.

Questo è stato un cammino poco preparato.
Sono monoTask, non riesco ad avere in testa più cose e la settimana sul quasi Glorioso Rimpatrio mi ha tenuto occupata a pensare, cercare, sognare per mesi.
Finito quello mi sono trovata con 2 settimana di ferie e ho un po’ improvvisato, scegliendo una cosa che potesse essere fatta senza troppa preparazione.
La guida mi è arrivata una settimana prima di partire. Il biglietto del treno l’ho fatto 3gg prima.
Poi tutto è proseguito un po’ sull’improvvisazione.
Non ho quasi mai programmato dove mi sarei fermata a dormire.
Ho fatto deviazioni, ho cambiato idea su dove passare all’ultimo momento.
Ho fatto tappe lunghe e tappe corte.
A volte lunghe pause nei prati, altri giorni ho camminato quasi senza fermarmi.
Durante il giorno ho mangiato quando mi veniva in mente, se mi veniva in mente.
Ho passato serate a chiacchierare in inglese, in spagnolo, in un improbabile francese fatto di gesti e parole singole. Persino in italiano, anche se non con italiani, non ne ho incontrati. Frase con cui mi hanno accolto quasi tutti: “pas beaucoup d'Italiens” (sempre che si scriva così…).
Ma anche serate in cui ho azionato l’interruttore dell’invisibilità e non ho parlato con nessuno.
Ho mangiato una infinità di more e una ancora maggiore di potage (il passato di verdura mi piace molto, ma penso che adesso ne starò alla larga per un po’, non vorrei rischiare l’overdose).
Se il colore del cammino di Madrid dell’anno scorso era stato il blu-blu, direi che quello di quest’anno è sicuramente il verde, con tutte le sue tonalità.
Per finire direi che i “miei” campanili non mi hanno certo deluso.

Metto una foto un po’ scema, fatta in un momento di scemenza. Però riesce a riportarmi a quelle sensazioni.
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29/08 Torino – Le Puy en Veley
Treno.
Torino – Chambery.
Chambery – Lione.
Lione – Le Puy.
A Lione ho un paio d’ore e mi faccio un giro. Il fiume, il centro storico. Non male, ma fa un caldo tremendo, non me l’aspettavo.
Arrivo a Le Puy poco dopo le 7.
Rimango stupita dalla dimensione della statua di Notre Dame. E’ enorme e incombente.
Vista l’ora di arrivo ho prenotato tramite email al Grand Seminaire, vicino alla cattedrale.
Per entrare ci sono una serie di istruzioni con codici e citofoni, scritte esclusivamente in francese. Ma ci riesco.
Quello che non mi riesce così facile è trovare la mia celletta. Ho un numero e un lunghissimo corridoio che gira con tante porte numerate.
Lo percorro 3 volte, ma il mio numero non c’è.
Non ho voglia di tornare sotto e fare la figura della scema che non riesce a trovare il numero.
Alla fine provo a ad aprire una porta su cui c’è scritto “privato”. Appare un altro corridoio e altre porticine, c’è anche il mio numero.
Un po’ la stanchezza da treno, un po’ sto numero nascosto, ma non sono di ottimo umore.
Vado a cercarmi qualcosa da mangiare: una crepe.
Faccio un giro per il paese, che è indubbiamente bello.
C’è la luna piena, la vedo anche dalla finestra. Questo fa risalire un po’ il mio umore.

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Notre Dame dal cortile del Grand Seminaire

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Cattedrale e campanile illuminati

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Notre Dame illuminata (difficile tenere la macchina ben ferma…)

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Luna dalla finestra, lo so non si vede niente, ma io me la ricordo
 
30/08 Le Puy en Veley – Monistrol d’Allier
Ieri sera ho visto/sentito parecchia gente per cui pensavo di trovarne un bel po’ a colazione. Invece solo 3/4 persone sparse in questo refettorio immenso. E’ self-service, forse hanno mangiato prima o mangeranno dopo.
E’ un self-service un po’ strano però. Riesco a trovare solo distributori di acqua calda, caffè in polvere, bustine di tè e pane. Nient’altro.
Inzuppo un pezzo di baguette nella mia tazza di tè, lavo la tazza nell’apposita bacinella e vado. Boh, forse non ho capito qualcosa, tanto per cambiare.
Vado in cattedrale per la messa e la benedizione dei pellegrini.
Una trentina di persone. In maggioranza francesi, qualche tedesco, un paio di canadesi e belgi e io.
Scendo per i vicoletti cercando di non perdermi. Da una finestrella di una casa stretta stretta si affaccia una signora e mi dice “Santiago?” e mi indica la direzione con la mano. “Merci!”.
Basta questo. Sono sul cammino. Mi è tornato il buonumore. Vado.
Vedere Le Puy con la grossa statua e la cattedrale da lontano è bello.
Incontro paesini con case fatte con grosse pietre squadrate, mi danno una sensazione di solidità.
Chiese e cappelle aperte (forse perché è domenica?) con l’interno spoglio ma molto bello.
Mi fermo a mangiare un panino con il formaggio.
Normalmente vado avanti con un po’ di frutta o qualcosa di simile, ma con una crepe a cena e un po’ di pane e acqua calda a colazione, ho fame!
Ci sono un po’ di persone che ho visto stamattina e altre ne ho incontrate lungo la strada, ma oltre a un “Bonjour” non andiamo.
St. Privat, bel paesino. Mi piace molto l’interno della chiesa.
Mi fermo un po’ nel giardino, ha una bella vista sulla valle. Bella giornata oggi, ma per fortuna non troppo calda.
Pensavo di fermarmi qui.
Ma, è ancora abbastanza presto, forse posso fare ancora un pezzo. Ma sì, tutto sommato meglio camminare ancora un po’ e ritardare gli incontri sociali.
La Chapelle de Rochegude. Che bella. Piccolina, incastrata nella roccia, a picco sulla valle. C’è anche una torre vicino e 2 asinelli che pascolano.
Quando torno sulla strada vedo un ragazzo, già incontrato più volte oggi, che la guarda ma decide di proseguire. Vorrei dirgli che vale assolutamente la pena perdere quel quarto d’ora per andare a vederla. Ma mi esce solo un altro “Bonjour”.
Monistrol. Paese un po’ strano, la ferrovia nella gola e lui su un versante.
Arrivo alla Gite. E se non c’è posto? Boh, vedrò.
Invece ci sono ancora un paio di posti.
Mi muovo in maniera addirittura più goffa del solito. Mi casca tutto salendo le scale, batto la testa sul soffitto spiovente una infinità di volte, perdo i pezzi mentre vado a stendere, butto giù una lampada. E la mia capacità di passare inosservata dove accidenti è finita?
Tutti francesi tranne 2 canadesi, che però a tavola sono distanti da me.
L’unica lingua è il francese. Se mi concentro riesco a capire un po’ il senso di quello che dicono ma ogni tanto mi distraggo, anzi mi astraggo, come mi diceva qualcuno tempo fa.
Questo capita inequivocabilmente le poche volte che qualcuno si rivolge a me. E io sono da tutt’altra parte.
Scambio qualche parola con Remi, il ragazzo che ho incontrato più volte oggi. Il suo inglese è allo stesso livello del mio francese. Quindi si tratta proprio di singole parole, più che di frasi, e gesti. Ma ci sforziamo.

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Le Puy

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Chiesa di St Christophe (credo…)

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St. Privat

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La Chapelle de Rochegude

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Torre vicino a La Chapelle de Rochegude con uno dei due asinelli
 
Che piacere leggere il tuo Cammino. Io sono stato la scorsa estate a Le Puy da turista ed è piaciuta molto anche a me. Sono anche salito sulla statua (ricavata dalla fusione dei cannoni della guerra di Crimea) fino alla testa e ricordo gli "spifferi" che entravano dalle feritoie.

Ho anche preso la Credenziale alla Cattedrael (non si sa mai). quindi seguo con molto interesse questo Cammino molto gettonato dai francesi che vanno a Compostelle..
 
Ecco, ora mi tocca rifare questo cammino insieme a te Lia....beh, non mi dispiace per niente, mi era piaciuto così tanto!
Anche io ho dormito al Grand Séminaire e ho faticato a trovare la mia stanza nei lunghi corridoi, e quella enorme cucina che il 12 ottobre era perfettamente vuota..
Ti confermo che la chiesa è proprio Saint Christophe, così particolare con quelle pietre vulcaniche di colori diversi.
Allora facciamo così, tu vai e io ti seguo.
Non ti accorgerai di me, ma se hai bisogno di una info al volo.....girati. ;-)
Bonne route.

free
 
Cara Liam io c'ero sul Cammino di Le Puy, un mese prima di te ... L'ultimo Cammino di una lunga serie. L'ho lasciato per ultimo perché sapevo che era il più noto e frequentato dei Cammini Jacopei in terra di Francia. Un Cammino solitario di giorno e affollato di sera nei rifugi ... Un percorso faticoso, bello e intimo perché rappresentava la fine di un ciclo ... Per la prima volta ho scritto poco anch'io. Io grafomane sul Cammino di Le Puy ho vergato solo qualche paginetta ... e nel racconto dei tuoi primi giorni mi sono ritrovato. Grazie e se puoi continua ...
 
Ultima modifica:
Che bello Liam....ti ho ritrovato e con te il piacere di leggerti...Ti prego, se puoi, continua a raccontare e a farci....camminare...
Raffaella
 
grazie, Lia.
Sai quanto attendevo queste parole. Mi sento lo sponsor più attivo ( con Free, veramente) di quel Cammino che amo molto.
MT
 
EMMETI freespirit e falso ciclista siete in parte responsabili di questo cammino.

EMMETI per avermene parlato con “affetto” più volte e avermi incuriosito.

freespirit e falso ciclista per le parole e le foto di un recente thread.

Quindi correggete pure tutte le eventuali scemenze che scrivo :)
Beh non proprio tutte se no vi diventa un lavoro a tempo pieno, diciamo quelle più grandi ;)


Io con calma vado avanti a ricamminare su quelle strade.

Che mi fa anche bene.
 
31/08 Monistrol d’Allier – Chanaleilles
Una colazione come si deve per affrontare la giornata: latte e cacao (“Come i bambini!” “Un’italiana che non beve caffè!”, gli ultimi giorni prevenivo i commenti facendoli direttamente io), abbondante pane e marmellata e, non essenziale ma gradito, anche uno yogurt da mescolare con un po’ di muesli.
Saluto e parto.
Sereno anche oggi ma fa ancora fresco.
E qui scatta il ringraziamento al mio pile leggero con cappuccio e cerniera. Fa il suo lavoro egregiamente e anche qualcosa di più. La mattina, quando tiro su il cappuccio, oltre ad avere le orecchie al caldo mi sento anche un po’ coccolata. E’ una di quelle belle sensazioni che poi rimangono legate al ricordo del cammino.
Inizia una bella salita. Mi piace salire, con calma, con passo regolare.
Un po’ di bosco e picchi di roccia, ma proprio a picco.
Arrivo a La Chapelle de la Madeleine. C’è solo la facciata il resto è nella roccia.
Leggo che l’hanno tenuta aperta nei mesi estivi, l’ultimo giorno di apertura è stato ieri. Vabbè, è particolare anche da fuori.
Supero Michel che sta facendo riposare i piedi in cima alla salita, ieri sera l’ho notato per una elegantissima sciarpa di cashmere blu.
Sto camminando bene, tranquilla e rilassata. Talmente rilassata che non vedo una deviazione.
Quando ad un bivio non vedo segni, mi rendo conto che c’è qualcosa che non va e torno indietro.
Risupero Michel che se la ride per il mio errore.
Bella la discesa con vista su Saugues.
Ci sono grosse sculture in legno. Alcune mi piacciono, altre un po’ meno.
Saluto Remi e Melanie fermi in un bar e vado a vedere la chiesa e la torre.
Mi sto riposando e mangiucchiando su una panchina quando arriva una signora.
Mi chiede se voglio un timbro.
Entriamo in quello che a prima vista mi sembra un negozietto (devo ammettere che all’inizio ho pensato volesse vendermi qualcosa) pieno di fiori, di foto, di cartoline, di colori.
Mi timbra la credenziale, mi “registra” su un quadernone, mi cerca altri italiani registrati, fa un po’ fatica a trovarne però. Mi fa vedere foto di quello che incontrerò nei prossimi giorni, i pascoli dell’Aubrac, le mucche. Parliamo di gatti (“parlare” forse è una parola grossa, ma, insomma, ci capiamo).
Grazie Jeanine!
Stanno arrivando un po’ di nuvole.
In questo tratto c’è parecchio asfalto, ma la vista sulla campagna è comunque piacevole.
Melanie che sta aspettando che apra una Gite. Io decido di proseguire ancora un po’.
Vedo in lontananza un campanile a vela con un mucchio di campane. Il paese non è esattamente sul percorso, ma non è neanche una grande deviazione, c’è anche una Gite. Aggiudicato!
La chiesa è in mezzo alle case, quindi il campanile ha un’aria più imponente visto da distante, ma anche da vicino ha un suo fascino. Mi leggo anche la storia.
E poi le case fatte con queste grosse pietre. Sembrano senza tempo.
Nel paese c’è un unico bar/ristorante/tabaccaio/commestibili/gite tutto gestito dalla stessa signora.
Pesavo di prendermi qualcosa e usare la cucina. Ma incontro la coppia che è alla Gite con me (siamo solo in 3), lui parla un discreto italiano (nonni genovesi), lei parla spagnolo (e mi ricorda Vittoria: insegnante in pensione, piccolina, occhi chiari, capelli corti bianchi). Mi chiedono se mangio con loro dalla signora tuttofare e io cambio subito idea e accetto.
E faccio bene. E' davvero una bella serata.
Hanno già fatto il cammino da Le Puy a Santiago negli anni scorsi, ma a pezzi di 2 settimane per volta. Adesso che possono, hanno deciso di rifarlo tutto in una volta. Con tappe brevi e con calma, tanto non hanno problemi di tempo.
Qui si erano già fermati 7 anni fa.
Parliamo di tutto. Di cammino e non solo.
Si ride perché io spazzolo tutte le lenticchie rimaste (buonissime) pensando che la cena sia terminata e invece arrivano ancora arrosto, patate e piselli.
Ebbene sì, per me il cammino è anche questo.
Grazie Jean Louis e Jaqueline!

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Esterno de La Chapelle de la Madeleine

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Pellegrino in legno

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“Accueil pelerin” di Jeanine

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Campagna

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Chanaleilles con campanile
 
Channeilles.... le mitiche lenticchie del Puy...
ah Lia ! grazie.
Farò come i francesi; quando vado in pensione me lo rifaccio tutto di seguito. Se Dio mi conserva la salute.
MT
 
Una colazione come si deve per affrontare la giornata: latte e cacao
Eh vai!!!!! Come ti capisco! Anch'io devo sorbirmi gli sguardi meravigliati/canzonatori e i commentini sarcastici quando si parla di colazione. Ebbene, la mia colazione è proprio latte, cacao e biscotti!
 
"correggete pure tutte le eventuali scemenze che scrivo" (Liam)
Cara Liam ciò che si scrive e poi condivide sulla propria esperienza di Cammini non sono mai scemenze, è parte della nostra nostra vita, bella o brutta che sia ... sono belle le tue vicende quotidiane di Cammino ... si percepisce la gioia e stupore di esserci
 
01/09 Chanaleilles – Les Estrets
Piove un po’. Giacca, coprizaino e via.
Dopo il primo giorno di assestamento, la giornata di ieri mi ha messo di ottimo umore. Non saranno 2 gocce a farmelo cambiare.
Saluto Jean Louis e Jaqueline. Loro tagliano lungo la strada.
Io invece voglio passare per Le Sauvage. Ne abbiamo parlato ieri sera e anche Jeanine mi ha fatto vedere foto della zona.
Primo tratto nel bosco.
Decido di procurarmi un bel bastone. Ne provo alcuni finché non trovo quello che fa per me. E’ storto, probabilmente anche troppo corto, ma ha la punta biforcuta. Mi sono sempre piaciuti i bastoni con la punta biforcuta.
Come bastone non lo userò molto, ma mi farà compagnia per parecchio.
Poco per volta tolgo tutta la corteccia e assume un bel colore chiaro.
Io in compenso ho le mani nere, ma prima o poi la troverò una fontana.
Sono fuori dal bosco.
Anche la pioggia è finita, ha lasciato solo un po’ di nebbiolina.
Non c’è nessuno. Io, pascoli ondulati, mucche marroni dalle lunghe corna e foschia. Ci sto bene.
Arrivo a Le Sauvage. Forse potevo dormire qui. Ma ieri dicevano che c’è sempre parecchia gente. Chissà, forse è stato meglio passarci in questa mattina solitaria e sentirmi davvero nel nulla.
Fonte di San Rocco, dove finalmente mi lavo le mani. Poco più a valle la cappella.
C’è anche una toilette ecologica, senza acqua né prodotti chimici. Ci sono istruzioni dettagliate, persino quante volte schiacciare il pedale. E poi un schemino che spiega chiaramente il percorso dei componenti liquidi e di quelli solidi e capisco anche perché bisogna schiacciare il pedale proprio 5 volte. Quasi mi dispiace che al momento non ho componenti solidi da rilasciare. (ehm… lo so, è un argomento un po’ “di cacca”. Ma i meccanismi mi appassiono e questo mi sembra proprio ingegnoso).
Scendendo prendo un decina di minuti di pioggia e poi il cielo inizia ad aprirsi.
St. Alban è strano. Mi sembra solo un enorme ospedale “diffuso”. In ogni caso una concezione particolare di ospedale.
Finalmente arriva il paese vero e proprio.
Chiesa aperta. Sto trovando molte più chiese aperte che da altre parti.
Mi sembra di sentire il mio nome. Ma chi vuoi che mi chiami, sarà qualcuno che chiama “zia”, è quasi sempre così. Però siamo in Francia, lo so addirittura io che zia si dice “tante”.
Mi giro. E’ Jean Louis. Loro si fermano qui.
Una bella salita, poi grosse radici che affiorano sul sentiero, prati verdi, nuvole che si rincorrono.
Dimentico il bastone e torno indietro a recuperarlo (prima volta di una lunga serie).
E’ una di quelle giornate in cui i pensieri vanno per conto loro, in cui mi invento storie e me le racconto, in cui la testa vaga con le nuvole.
Les Estrets. Chiesa con campanile a vela, molto più piccolo di quello di ieri, però vedo una scaletta. Mi avvicino e vedo anche un minaccioso cartello. Ok, i campanili me li godrò solo dal basso.
Mi sembra il momento giusto per fermarsi.
2 ragazze norvegesi molto giovani, una tedesca, una francese, un messicano. Arriverà poi un gruppetto di francesi e ritroverò anche Remi.
Jaume, il messicano, è una persona divertente, loquace e dai 1000 interessi.
E’ lui che accentra l’attenzione e le sue lingue sono spagnolo e inglese.
E anche questa sera capisco! Volendo posso addirittura parlare, forse non benissimo, ma posso farlo.
Altra serata piacevole e divertente.
Grazie anche a voi!

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Casetta isolata

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Mucche perplesse: “ma chi è questa qui?”

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Nuvole

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Cammina, cammina...

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Campanile di Les Estrets con scaletta proibita
 
Attraverso le tue storie rivivo il mio Cammino estivo con troppo caldo. Almeno il tuo è stato più fresco. Grazie.
 
È proprio il "cima" del Podiensis. Sauvage valeveva l'allungo. A me sembrava di essere nel bosco di Capuccetto Rosso. Mi aspettavo di veder comparire un lupo che mi parlasse..
 
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