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Sono tornato da poco dal Cammino Francese (tratto Saint Jean / Santiago) e sto ancora meditando, digerendo, fermentando, eccetera quanto visto, provato, trovato e lasciato.
Per il momento, visto che sono ancora “fresco”, ho stilato l’ennesimo vademecum tattico sull’equipaggiamento che magari potrà comunque essere utile a qualcuno, quindi vado a cominciare.
Partendo dal basso:
- Scarpe: ho usato le North Face Hedgehog, modello alto.
Perfette: suola in vibram, tomaia in goretex. Mi sudano molto i piedi e a casa non porto mai lo stesso paio di scarpe per due giorni consecutivi, ma in Cammino mi sono trovato benissimo, in quanto questi scarponi si asciugano ad una velocità sorprendente. Una soletta estraibile facilita l’asciugatura. La versione alta la prediligo in quanto, oltre a proteggere la caviglia, evita che si riempiano le scarpe di sassolini, forasacchi ed altra mercanzia del genere. Promosse a pieni voti. Ovviamente non vanno usate nuove, ma ben rodate.
- Ciabatte: indispensabili per girare dentro agli albergue, nei bagni e nei paesi a fine tappa. Consiglio quelle “da piscina”: le infradito si portano male con un eventuale calzino.
- Calzini: tre paia (di cui uno indosso). Ho usato un tipo preso da Decathlon, normalissimo, alto poco più della caviglia. Personalmente non ho avvertito la necessità di quelli cosiddetti tecnici, ne di metterne due paia o di metterli al contrario per le cuciture.
- Mutande: tre paia, di cui uno indosso. Normali e di cotone. Niente di tecnico, avveniristico o quant’altro. Mi sento di sconsigliare i boxer ai maschietti, per motivi intuibili. Semmai mandatemi un mp che vi spiego il perché…
- Pantaloni: due paia, di cui uno indosso. Ne ho portati due uguali della North Face, accorciabili con zip a mezza coscia. Fenomenali: leggerissimi, si asciugano alla svelta. Due tasche normali, due cosciali (perfette per la guida dei pellegrinibelluno piegata a metà, il telefono e la macchina fotografica) e una posteriore, tutte con la zip. Il fatto di essere due paia uguali mi ha permesso di scambiare le gambe staccabili senza tanto cercare nello zaino. Il paio di scorta è necessario: ho camminato sotto la pioggia e senza sarei rimasto letteralmente in mutande. Il tessuto tecnico permette un’asciugatura rapida. Necessaria anche la funzione lunghi/corti: certe mattine era freddino per i calzoni corti.
- Magliette: tre, di cui una indosso. Ne ho portate due della Montura e una della Patagonia. Non per particolari motivi: ce le ho così. Indispensabili in tessuto tecnico traspirante per la sudorazione durante la marcia (personalmente sudo tantissimo: ho girato un mese con il caratteristico asso di picche disegnato in pancia…) e per una rapida asciugatura post lavaggio, anche in condizioni non ottimali.
- Pile: uno micro molto leggero della Bailo. Necessario: certe mattine, certe sere e certe zone lo esigono. Forse lo cambierei con uno un po’ più pesante: a volte ho sentito un po’ freddino.
- Impermeabile: fondamentale. Ho usato una sorta di K Way della Salewa, piccolo, ripiegabile, leggero e ben fatto: 2 tasche impermeabili, polsini e cappuccio preformati (per evitare che l’acqua entri) spacco di aerazione sulle spalle. Lo cambierei (lo cambierò per forza: l’ho scordato da qualche parte tra Castaneda e Ribadiso de Baixo. Speriamo che sia servito a qualche altro pellegrino…): sempre perché sudo molto, mi sento di consigliare quel tipo di poncho molto grande, con la gobba sulla schiena, che si indossa sopra allo zaino: secondo me permette una maggiore ventilazione e una conseguente minor condensa. Comunque indispensabile: se piove e sei a piedi, piove due volte. Comunque è bene non farsi illusioni: per un’ora ci si può difendere, ma per una o più giornate intere, ci si bagna comunque. Il mio consiglio: stivare bene la roba nello zaino (vedi più avanti) e proseguire lieti e sereni (è comunque un’esperienza da fare: la pioggia è solo acqua che cade) fino a quando non si sente freddo.
- Cappello: per me indispensabile con la visiera. Porto gli occhiali e sotto la pioggia non vedo niente, a meno che non metta al riparo le lenti.
- Sacco a pelo: indispensabile. Ne ho portato uno molto piccolo e leggero preso da Decathlon: ottimo. Può capitare di dormire in situazioni un po’ disagiate (materassi in terra nelle palestre, centri sportivi, parrocchie, eccetera) o poco pulite. Personalmente ho trovato fastidiosissimi i materassi rivestiti di plastica e senza l’intercapedine del sacco a pelo avrei sudato sette camicie. Sconsiglio il sacco letto: un paio di notti ho sentito freddo con il mio.
- Accappatoio (si, avete letto bene: accappatoio). In microfibra, leggero, di piccolo ingombro, a rapida asciugatura: fondamentale per fare il bucato in libertà mentre ci si asciuga. Consigliato.
- Zaino. Ho portato uno della Salewa da 30 litri. Mi ci è entrato tutto, ma è davvero piccolo: la prossima volta (
) ne porto uno un po’ più grande per essere più comodo nello stivaggio. Indispensabile la coperta antipioggia (anche se, ripeto: se piove per un’ora ti puoi difendere, se piove per uno o più giorni sani, la questioni si complica. Consiglio di avvolgere tutta la roba in sacchetti di plastica tipo supermercato: unica difesa seria contro l’acqua. I sacchetti in plastica riciclata sono silenziosi ma si sfilacciano subito, quelli in plastica più dura sono insopportabilmente rumorosi, soprattutto se caricate lo zaino la mattina presto, ma reggono di più). Caratteristiche molto utili da tener presenti nella scelta dello zaino: possibilità di accedere alla parte inferiore senza doverlo svuotare (molti zaini hanno una zip in basso), tasche esteriori (per mettere l’acqua, per esempio) e (fondamentale) retina che impedisce allo zaino il contatto diretto con la schiena e che quindi diminuisce la sudorazione.
- Telefonino. Portatelo: se vi serve ce l’avete, se non volete noie lo tenete spento. Portatevi un sacchetto di plastica da congelatore per avvolgerlo in casa di pioggia.
- Macchina fotografica: ho portato una compatta. Non potrei pensare di aver fatto 800 km a piedi e di non avere le foto di questa impresa. Un consiglio: fotografate ciò che avete visto. Il rischio è di vedere poco perché si deve fotografare tutto. Per la custodia, fate come per il telefonino: sacchetto di plastica tipo Cuki gelo.
- Gadget vari: meno sono, meno pesano.
Torcia: fondamentale per camminatori notturni o molto mattinieri e per le operazioni di partenza. Consiglio quella frontale: fa luce dove si guarda e permette di avere le mani libere.
Coltellino: fondamentale per farsi i panini. Da evitare multiuso eccessivi o coltelli enormi: siete pellegrini e non naufraghi o membri di una gang del Bronx. Ho portato con me un Victorinox modello Spartan (quello di McGiver, per capirsi): piccolo e leggero. Ottimo.
Filo per stendere i panni: l’ho usato una volta sola, ma l’ho usato. Alla fine se ne può fare a meno: si trova comunque il modo di stendere.
Spille da balia per il bucato: indispensabili. Se tira il vento e vi ritrovate i panni appena lavati in mezzo alla polvere è male, quasi come incrociare i flussi su Ghostbuster.
Shampoo e sapone. Ovviamente indispensabili. Non capisco chi dice di segare la saponetta a metà: tra lavarmi e fare il bucato, ne ho consumate tre.
Tappi per le orecchie: fondamentali. Prima o poi vi imbatterete nei roncadores e allora saranno guai.
Sapzzolino e dentifricio: come per la saponetta, ne ho consumato un tubetto e mezzo... mah!
Crema solare: fondamentale. Meglio quella che non se ne va con l’acqua.
Occhiali da vista di ricambio: per chi ne ha bisogno come me, indispensabili. Consiglio una custodia indeformabile in metallo: vi siederete sullo zaino, ci dormirete sopra, eccetera. Io ho lenti fotocromatiche che si scuriscono alla luce, ma credo che quelli da sole siano molto utili.
Orologio: utile ma non indispensabile. Io ho un Casio con altimetro/barometro/bussola: è carino leggere le altitudini mentre si salgono i pirenei o il Cebreiro e vedere così quanto manca. Mi è servito anche avere un’indicazione di massima sulle condizioni meteorologiche e mi è piaciuto verificare l’orientamento delle chiese, ma solo perché è uno strumento che già avevo.
Buff (quella specie di fischione in microfibra): ottimo. Usato come cappello (assorbe il sudore che così non cola sugli occhi facendoli bruciare), come fasciatura per il ghiaccio (ho avuto una tendinite al ginocchio), come asciugamano mattutino e come legaccio per appendere i vestiti allo zaino. Consigliato.
Medicinali: a meno di non soffrire di particolari malattie, non portatevi niente. Siete in Spagna, non nell’Africa australe. In più, gli albergue e gli altri pellegrini possono provvedere a un mal di testa o quant’altro. Per il resto ci sono le farmacie. Consiglio lo stick della Compeed per i piedi (il giorno che non l’ho usato mi è venuta l’unica vescica) e gli aghi delle siringhe per bucare le ampollas: sono sterili.
Borraccia: non serve. Ottime le bottiglie di plastica dell’acqua minerale da riempire alle fonti.
Bastone: ho portato una bacchetta della Gipron. La preferisco perché anziché avere il sistema svita e avvita ha dei galletti tipo clic-clac. In più, ha manopole imbottite molto lunghe, che non obbligano a registrare il bastone in un modo per la salita e in un altro per la discesa. Utile nei dislivelli e in prossimità delle aie sorvegliate da qualche perro peligroso. Sconsigliato il bastone in legno: quando non serve non può essere richiuso e messo nello zaino.
Fine: non serve altro.
E’ anche vero che ognuno ha le sue esigenze e che quindi ognuno ha il suo bagaglio ideale (ho visto signore irrorarsi di lacca la pettinatura perfetta e ragazzi indossare collari con le borchie), ma personalmente sono contento del mio equipaggiamento perché ho usato tutto ciò che mi sono portato dietro e non mi è mancato nulla.
Per il resto, animo: i miei auguri a chi cammina verso ovest!
Per il momento, visto che sono ancora “fresco”, ho stilato l’ennesimo vademecum tattico sull’equipaggiamento che magari potrà comunque essere utile a qualcuno, quindi vado a cominciare.
Partendo dal basso:
- Scarpe: ho usato le North Face Hedgehog, modello alto.
Perfette: suola in vibram, tomaia in goretex. Mi sudano molto i piedi e a casa non porto mai lo stesso paio di scarpe per due giorni consecutivi, ma in Cammino mi sono trovato benissimo, in quanto questi scarponi si asciugano ad una velocità sorprendente. Una soletta estraibile facilita l’asciugatura. La versione alta la prediligo in quanto, oltre a proteggere la caviglia, evita che si riempiano le scarpe di sassolini, forasacchi ed altra mercanzia del genere. Promosse a pieni voti. Ovviamente non vanno usate nuove, ma ben rodate.
- Ciabatte: indispensabili per girare dentro agli albergue, nei bagni e nei paesi a fine tappa. Consiglio quelle “da piscina”: le infradito si portano male con un eventuale calzino.
- Calzini: tre paia (di cui uno indosso). Ho usato un tipo preso da Decathlon, normalissimo, alto poco più della caviglia. Personalmente non ho avvertito la necessità di quelli cosiddetti tecnici, ne di metterne due paia o di metterli al contrario per le cuciture.
- Mutande: tre paia, di cui uno indosso. Normali e di cotone. Niente di tecnico, avveniristico o quant’altro. Mi sento di sconsigliare i boxer ai maschietti, per motivi intuibili. Semmai mandatemi un mp che vi spiego il perché…
- Pantaloni: due paia, di cui uno indosso. Ne ho portati due uguali della North Face, accorciabili con zip a mezza coscia. Fenomenali: leggerissimi, si asciugano alla svelta. Due tasche normali, due cosciali (perfette per la guida dei pellegrinibelluno piegata a metà, il telefono e la macchina fotografica) e una posteriore, tutte con la zip. Il fatto di essere due paia uguali mi ha permesso di scambiare le gambe staccabili senza tanto cercare nello zaino. Il paio di scorta è necessario: ho camminato sotto la pioggia e senza sarei rimasto letteralmente in mutande. Il tessuto tecnico permette un’asciugatura rapida. Necessaria anche la funzione lunghi/corti: certe mattine era freddino per i calzoni corti.
- Magliette: tre, di cui una indosso. Ne ho portate due della Montura e una della Patagonia. Non per particolari motivi: ce le ho così. Indispensabili in tessuto tecnico traspirante per la sudorazione durante la marcia (personalmente sudo tantissimo: ho girato un mese con il caratteristico asso di picche disegnato in pancia…) e per una rapida asciugatura post lavaggio, anche in condizioni non ottimali.
- Pile: uno micro molto leggero della Bailo. Necessario: certe mattine, certe sere e certe zone lo esigono. Forse lo cambierei con uno un po’ più pesante: a volte ho sentito un po’ freddino.
- Impermeabile: fondamentale. Ho usato una sorta di K Way della Salewa, piccolo, ripiegabile, leggero e ben fatto: 2 tasche impermeabili, polsini e cappuccio preformati (per evitare che l’acqua entri) spacco di aerazione sulle spalle. Lo cambierei (lo cambierò per forza: l’ho scordato da qualche parte tra Castaneda e Ribadiso de Baixo. Speriamo che sia servito a qualche altro pellegrino…): sempre perché sudo molto, mi sento di consigliare quel tipo di poncho molto grande, con la gobba sulla schiena, che si indossa sopra allo zaino: secondo me permette una maggiore ventilazione e una conseguente minor condensa. Comunque indispensabile: se piove e sei a piedi, piove due volte. Comunque è bene non farsi illusioni: per un’ora ci si può difendere, ma per una o più giornate intere, ci si bagna comunque. Il mio consiglio: stivare bene la roba nello zaino (vedi più avanti) e proseguire lieti e sereni (è comunque un’esperienza da fare: la pioggia è solo acqua che cade) fino a quando non si sente freddo.
- Cappello: per me indispensabile con la visiera. Porto gli occhiali e sotto la pioggia non vedo niente, a meno che non metta al riparo le lenti.
- Sacco a pelo: indispensabile. Ne ho portato uno molto piccolo e leggero preso da Decathlon: ottimo. Può capitare di dormire in situazioni un po’ disagiate (materassi in terra nelle palestre, centri sportivi, parrocchie, eccetera) o poco pulite. Personalmente ho trovato fastidiosissimi i materassi rivestiti di plastica e senza l’intercapedine del sacco a pelo avrei sudato sette camicie. Sconsiglio il sacco letto: un paio di notti ho sentito freddo con il mio.
- Accappatoio (si, avete letto bene: accappatoio). In microfibra, leggero, di piccolo ingombro, a rapida asciugatura: fondamentale per fare il bucato in libertà mentre ci si asciuga. Consigliato.
- Zaino. Ho portato uno della Salewa da 30 litri. Mi ci è entrato tutto, ma è davvero piccolo: la prossima volta (


- Telefonino. Portatelo: se vi serve ce l’avete, se non volete noie lo tenete spento. Portatevi un sacchetto di plastica da congelatore per avvolgerlo in casa di pioggia.
- Macchina fotografica: ho portato una compatta. Non potrei pensare di aver fatto 800 km a piedi e di non avere le foto di questa impresa. Un consiglio: fotografate ciò che avete visto. Il rischio è di vedere poco perché si deve fotografare tutto. Per la custodia, fate come per il telefonino: sacchetto di plastica tipo Cuki gelo.
- Gadget vari: meno sono, meno pesano.
Torcia: fondamentale per camminatori notturni o molto mattinieri e per le operazioni di partenza. Consiglio quella frontale: fa luce dove si guarda e permette di avere le mani libere.
Coltellino: fondamentale per farsi i panini. Da evitare multiuso eccessivi o coltelli enormi: siete pellegrini e non naufraghi o membri di una gang del Bronx. Ho portato con me un Victorinox modello Spartan (quello di McGiver, per capirsi): piccolo e leggero. Ottimo.
Filo per stendere i panni: l’ho usato una volta sola, ma l’ho usato. Alla fine se ne può fare a meno: si trova comunque il modo di stendere.
Spille da balia per il bucato: indispensabili. Se tira il vento e vi ritrovate i panni appena lavati in mezzo alla polvere è male, quasi come incrociare i flussi su Ghostbuster.
Shampoo e sapone. Ovviamente indispensabili. Non capisco chi dice di segare la saponetta a metà: tra lavarmi e fare il bucato, ne ho consumate tre.
Tappi per le orecchie: fondamentali. Prima o poi vi imbatterete nei roncadores e allora saranno guai.
Sapzzolino e dentifricio: come per la saponetta, ne ho consumato un tubetto e mezzo... mah!
Crema solare: fondamentale. Meglio quella che non se ne va con l’acqua.
Occhiali da vista di ricambio: per chi ne ha bisogno come me, indispensabili. Consiglio una custodia indeformabile in metallo: vi siederete sullo zaino, ci dormirete sopra, eccetera. Io ho lenti fotocromatiche che si scuriscono alla luce, ma credo che quelli da sole siano molto utili.
Orologio: utile ma non indispensabile. Io ho un Casio con altimetro/barometro/bussola: è carino leggere le altitudini mentre si salgono i pirenei o il Cebreiro e vedere così quanto manca. Mi è servito anche avere un’indicazione di massima sulle condizioni meteorologiche e mi è piaciuto verificare l’orientamento delle chiese, ma solo perché è uno strumento che già avevo.
Buff (quella specie di fischione in microfibra): ottimo. Usato come cappello (assorbe il sudore che così non cola sugli occhi facendoli bruciare), come fasciatura per il ghiaccio (ho avuto una tendinite al ginocchio), come asciugamano mattutino e come legaccio per appendere i vestiti allo zaino. Consigliato.
Medicinali: a meno di non soffrire di particolari malattie, non portatevi niente. Siete in Spagna, non nell’Africa australe. In più, gli albergue e gli altri pellegrini possono provvedere a un mal di testa o quant’altro. Per il resto ci sono le farmacie. Consiglio lo stick della Compeed per i piedi (il giorno che non l’ho usato mi è venuta l’unica vescica) e gli aghi delle siringhe per bucare le ampollas: sono sterili.
Borraccia: non serve. Ottime le bottiglie di plastica dell’acqua minerale da riempire alle fonti.
Bastone: ho portato una bacchetta della Gipron. La preferisco perché anziché avere il sistema svita e avvita ha dei galletti tipo clic-clac. In più, ha manopole imbottite molto lunghe, che non obbligano a registrare il bastone in un modo per la salita e in un altro per la discesa. Utile nei dislivelli e in prossimità delle aie sorvegliate da qualche perro peligroso. Sconsigliato il bastone in legno: quando non serve non può essere richiuso e messo nello zaino.
Fine: non serve altro.
E’ anche vero che ognuno ha le sue esigenze e che quindi ognuno ha il suo bagaglio ideale (ho visto signore irrorarsi di lacca la pettinatura perfetta e ragazzi indossare collari con le borchie), ma personalmente sono contento del mio equipaggiamento perché ho usato tutto ciò che mi sono portato dietro e non mi è mancato nulla.
Per il resto, animo: i miei auguri a chi cammina verso ovest!