Ripropongo una cosa scritta tempo fa ma che periodicamente diventa di attualità riaprendo l'eterna questione: Pellegrino o Turista?
Il Cammino è sempre stata un’esperienza aperta a chiunque e con le motivazioni più disparate e coloro che lo percorrono lo fanno con le modalità che ritengono più consone alle proprie possibilità fisiche, psichiche, economiche. Il Cammino è di tutti (pomposamente "patrimonio dell'umanità"!!) ma....NON per tutti!.
Il Cammino non lo si possiede, è lui che ti fà!(e non è un modo di dire!)
Per consumarlo non ci vuole granché; per viverlo bisogna mettersi in gioco… e non tutti sono disponibili .
Quello che avviene sulla strada per Santiago ne è la prova. L’umanità che si trova sul Cammino non è altro che uno spaccato di quella che ci circonda. Perché mai dovremmo pensare che un’individuo che “sgomita” nella società dovrebbe trasformarsi magicamente sul Cammino in un altruista attento alle esigenze del prossimo?. Perchè dovremmo stupirci se c'è chi si accosta al Cammino per consumarlo come lo si farebbe con una qualsiasi vacanza?
Capisco la delusione di chi assiste alla “fiera” degli ultimi 100 km ma vorrei che il sentimento si trasformasse in rammarico verso coloro che si sono persi le emozioni che regalano gli altri 700. Tutti, dico TUTTI, aneliamo alla felicità (anche se non lo dimostriamo), sentiamo il bisogno di qualcosa di grande, di spirituale, a volte di trascendente. Avete mai provato a parlargli della fatica sulla salita a Romcisvalle? della magia nei boschi della Navarra, dei colori e dei sapori delle colline della Roja, della mesetas, dell’acqua delle fonti, del sorriso di una hospitalera, delle carezze di una pellegrina al chiaro di luna? Lo avete fatto con gli occhi lucidi e quel sorriso sulle labbra che significa “io ho vissuto ciò di cui ti sto parlando”? Deve “sentire” ciò che si è lasciato alle spalle, deve desiderare di percorrerlo interamente. Con me ha funzionato!! Non perché 800, 900 km diano diritto alla “patente del pellegrino” (cosa direbbero quelli che provengono dal centro Europa, oppure dall’Est….o quelli dei 7000 km del pellegrinaggio Santiago-Roma-Gerusalemme-Fatima?) ma perché gli ultimi km da Sarria in poi sono massificati e mercificati fuori misura e non lasciano più spazio a nessun tentativo di introspezione. O meglio, è più difficile, nel caos, cogliere le occasioni di riflessione che pur ci sono. Ricordo che nel 2005, nel tanto vituperato rifugio di O’Cebreiro, in agosto, strapieno ed alle 21, gli hospitaleri hanno invitato una coppia di ciclisti che già erano sistemati, a cedere il loro posto a due camminanti partiti da SJPP. Tutto si è svolto con estrema civiltà. In antitesi, il giorno seguente, una coppia di pellegrine con "zainetto alla Barbie" ha voluto a tutti i costi farsi una foto con "un autentico pellegrino" ignorando che in piazza Obradorio ne avrebbero trovato uno a disposizione con tanto di cappa e bordone. Ecco, noi uomini siamo fatti così: grandi ideali ed insieme disarmante superficialità.
Sono le persone che fanno la differenza, non le situazioni o le Istituzioni!
Gli interventi esterni sollecitati da più parti (più attenzione nel concedere le Credenziali, più rigore da parte degli hospitaleri nell'accoglienza, una tariffa minima negli ostelli municipali, ecc,ecc) sono, a mio avviso, solo dei timidi tentativi per cercare di riqualificare il Cammino. Ci saranno sempre sul Cammino trekkers, maratoneti, turisti e quant’altro, perché questa è la legge della domanda e dell’offerta, ma nessuno potrà comprare o vendere emozioni che nascono ed appartengono solo a chi gli si abbandona (articoli che non si trovano sulle bancarelle attorno alla Cattedrale).
Le parole di Dona, di Barabba, di tanti che al termine del loro Cammino dicono di emozioni, di sentimenti, di vita vera, fanno venire quel "groppo in gola" che tutti noi già ben conosciamo per averlo vissuto ma che desideriamo provino tutti al ritorno da Santiago, specialmente coloro che si sono accostati al l'esperienza con superficialità.
Anche per questo siamo qui, per testimoniare che se lo si desidera è possibile viaggiare da Santiago a se stessi.
PS: Lo scorso anno mi sono sentito pellegrino a Città di Castello quando, al termine di una giornata faticosa e non trovando posto per dormire nelle strutture convenzionali, il proprietario dell'Albergo "Il Boschetto" mi ha offerto la stessa sistemazione data agli operai (slavi e nord-africani) alloggiati presso di lui.
Questa mattina, nella trasmissione Omnibus, su LA7, l'On. Borghezio, parlando di sicurezza, ha detto che " i clandestini vengono in Italia spacciandosi per pellegrini diretti a Roma".
Sia mai che ad agosto, percorrendo la Francigena, mi ritrovi, detto fatto, in un CPT!!!
Ermanno