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Diario Camino del norte - 26 settembre 2010

valmor13

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Camino del norte, camino de soledad, de mucho viento y sol, y de muchas estrellas.


25 settembre 2010
Rumbo a Pamplona

Eh si, questi spagnoli avranno anche le pezze al culo però' sanno proprio divertirsi!
Stasera sono arrivato a Pamplona che naturalmente e' in festa, la festa di san Firmin de los chiquitos, dei bambini insomma, e c'e' una marea di gente in giro, musica, balli, rumore, petardi e un bel venticello fresco, che con le mie braghette corte sono un po' infreddolito.
Comunque bello, il ritorno in Spagna non poteva andare meglio, sempre la stessa atmosfera festaiola, e tante famiglie e bambini in giro. ¡Que viva España!
Il viaggio e' stato lungo e anche con un po' di imprevisti, arrivato a Bergamo in treno sono partito in aereo con mezzora di ritardo per congestione del traffico aereo sopra i cieli di Francia e così sono arrivato a Zaragoza troppo tardi per prendere il bus delle 5 per Pamplona, poi c'era quello delle 19.00 ma sarei a arrivato molto tardi a destinazione, quindi non mi scoraggio e trovo un treno giusto in partenza, un bel treno della Renfe, la compagnia ispanica, e arrivo così a Pamplona alle 19.00, addirittura in anticipo sul previsto.
Poi vado in centro dove già conosco l'albergue dei pellegrini e prendo il posto, non e' molto pieno e si sta bene, sistemo le mie cose e poi via sulle tracce di Ernest, per le taverne di Iruña (Pamplona in navarro).
Bella serata, anche se come già detto un po' fresca per le mie gambette ignude, ma il tinto riojano le ha scaldate.
Domani ho la corriera alle 7 per San Sebastian e poi da li' c'e' solo il treno per Irun, partenza del camino del norte, ma passa alle 13.00 quindi credo che come al solito mi affiderò all'autostop, e se arrivo a un'ora decente a Irun partirò immediatamente a piedi per tornare a San Sebastian e dormire li', vi faro' saper com'e' andata.
Hasta luego amigos.


26 settembre 2010
Camino del norte - San Sebastian

Hola' chicos,
oggi primo giorno di cammino ed e' stato spettacolare, paesaggi mozzafiato veramente memorabili.
Ma torniamo un attimo a ieri sera, con la notte a Pamplona, tranquilla, poi stamattina alle 6 sveglia e alle 6.30 ero in strada verso la stazione dei bus, e c'era molta gente in giro, veramente tanta, ma in realta' dovevano ancora andare a letto dopo la fiesta del sabado noche, loca España!
Alle 7 bus per San Sebastian e poi inaspettatamente treno x Irun, gia' pensavo di andare in autostop.... e invece alle 9 ero li' all'inizio del camino del norte.
Sulle stazione basche c'e' da dire che e' pieno di polizia e ogni volta ti controllano e pare sequestrino anche i coltellini per cui per adesso il mio lo tengo ben nascosto.
A Irun sono andato fino al ponte Internacional de Santiago che segna il confine tra Francia y España e quindi, dopo foto di rito, via, partenza alle 10.
E da qui in poi veramente bello, tempo magnifico, soleggiato e fresco, e panorami a ripetizione sull'oceano, fiordi e scogliere, onde e spiagge, fari e villaggi da cartolina.
A Pasaje de San Juan ho dovuto attraversare un gran fiordo in barca e poi su verso il faro de la plata e poi infine giu' a san Sebastian, in tutto oggi circa 26 km, un piccolo riscaldamento.
Quindi il bilancio della giornata e' ottimo, tempo buono, bei paesaggi e pellegrini incontrati per strada pari a zero.
In centro, dopo il casco antiguo, la parte vecchia della citta', ci sono due spiagge lunghissime e ampissime, l'ultima e' quella de la Concha alla fine della quale si trova Ondarreta e il posto dove dormo, la Sirena, un ostello cosi' cosi', caretto e dove ho fatto il primo bucato. Qui ci sono un po' di pellegrini, ma sono mezzi morti e riversi sui letti della camerata e quelli piu' in forma sono probabilmente in giro per San Sebastian, pero' l'impressione e' di gran poca gente su questo cammino.
Ora vado un po' per San Sebastian.
Ah, qui sono proprio imparanoiati con il basco, tutte le scritte sono in euskera, la lingua basca, e non ci capisco una mazza con il mio castillano... la telecom di qui si chiama euskatel, i bar euskabar, tutto euska, ostia!
Hasta luego.



27 settembre 2010
Camino del Norte – Deba

Oggi giornata magnifica, y yo tambien.
Stamattina a colazione ho fatto la conta dei veri pellegrini perche' ieri sera essendo il posto dove dormivo un hostal juvenil non si capiva bene la situazione, e cosi' stamattina ho visto che i pellegrini veri erano solo 5 oltre a me.
Una coppia di anziani spagnoli, una coppia di anziani francesi e un anziano spagnolo solo, que pena!
Poi lungo la strada ho superato una japonesa sola, la prima sotto i 60.... era simpatica ma andava piano e l'ho persa.
Il programma di oggi era arrivare a Zumaya, circa 32 km., ma vi racconto dall'inizio.
Partenza alle 8 e via dritto fino a Orio, 16 km. con sosta al sole e toeletta delle unghie dei `piedi e ho approfittato della sosta per mettere calzini e mutande al sole visto che stamattina erano ancora belli umidi. Poi avanti fino a Zarautz, 22 km., dove finisce la tappa classica per chi parte da San Sebastian. Quindi in 10 km sono arrivato a Zumaya, sosta su un muretto al sole ad asciugare i piedi e poi ho deciso di continuare fino a Deba, altri 15 km. circa.
Qui e' tutto un saliscendi continuo perchè la costa non e' piana, ma le montagne finiscono a picco sul mare e quindi il cammino va su e giu' e poi giu' e su, e' abbastanza dura, salite continue e ripide discese, sempre con memorabili scorci sull'oceano, veramente maestosi, per fortuna mi sono allenato sui colli e questo tipo di percorso non mi crea problemi, anzi mi esalta, ha ha ha.
Insomma alla fine ho fatto 47 km, Bilbao si avvicina e poi decidero' se continuare o no, visto che c'e' proprio poca gente, non ho nemmeno ancora visto un guerrigliero dell'Herri Batasuna, solo qualche scritta che inneggia all'Eta.
Io sto bene, gambe e piedi a mille, nessun problema, per ora nessun farmaco preso, solo cerveza!
Il tempo e' bello, soleggiato e fresco la mattina, ma anche questo e' irrilevante, perche' come diceva Baden Powell non esiste bello e brutto tempo ma buono o cattivo equipaggiamento e quindi per me sara' sempre tempo magnifico!
Dopo Zumaya ho conosciuto un chico español che procedeva piano per dolori ai piedi, due belle ampollas o blisters o vesciche proprio sotto la parte anteriore della pianta dei piedi, que dolor! E' arrivato in albergue 10 minuti fa, un calvario, credo, lui e' galiziano e va verso casa quindi.
La salita al alto de Itziar e' stata molto dura cosi' poi in cima mi sono conceso una sosta in una taberna.
Poi proprio poco prima di Deba ho superato due chicas españolas, di malaga, che poi sono arrivate in albergue poco dopo me.
L'albergue e' un po' spartano, freddo e disadorno, ma perlomeno ci sono solo peregrinos, perfino un ragazzo italiano di treviso che cammina con un olandese.
Ora sono in centro a comer, poi a nanna presto perche' domani voglio partire temprano, l'unico problema e' che qui viene chiaro verso le 8 e il cammino si perde facilmente.
Hasta mañana muchachos, per le prossime cronache dal camino den norte.
¡Ultreya!


29 settembre 2010
El movil perdido

Ieri mattina ho perduto il movil, il telefono insomma, e cosi' ora sono senza telefono, sveglia, orologio e pila, tutto in un colpo!
un po' di cronaca.
due sere dormivo a Deba, dopo cena torno il albergue e finalmente un po' di vita sociale, c'erano le due ragazze di Malaga, il chico gallego e persino un italiano di Treviso che viaggia con un australiano. Serata di chiacchiere e risate e poi a nanna. Ho scoperto che sul cammino del nord ti lasciano fare quello che vuoi con gli orari, si va letto quando si vuole e la porta e' sempre aperta. Probabilmente per i pochi pellegrini che ci sono non servono regole ferree come sul camino frances.
Poi ieri mattina parto e arrivato alla ermita del Calvario perdo il telefono ma me ne accorgo solo un'ora dopo, cosi' torno indietro e incontro una coppia di francesi che gia' mi avevano visto che sapevano del telefono perche' un tal Javier gli aveva detto di averlo trovato e gli aveva lasciato il suo nr. di tel. e che lo portava alla policia, pero' i francesi non parlavano nada e cosi' non ci siamo capiti proprio bene, credo e poi a che policia? di Deba o di un altro paese li' intorno?
Allora torno alla ermita e incontro il chico italiano e col suo cell. chiamiamo il mio ma non risponde nessuno, allora chiamiamo il tel. di tal Javier ma il numero e' di un fisso della Galizia, maldito Javier, in confusione o furbacchione?
Poi alla ermita del Calvario rimango solo aspettando che magari torni sto Javier, e intanto arrivano le due ragazze di Malaga, col loro tel. chiamo a casa e faccio bloccare il mio e poi proseguo solo fino a Markina, dove vado alla polizia municipale, la l'agente stava andando via e mi dice con una faccia triste che lui e' solo e che deve andare davanti a due scuole per il traffico e di aspettarlo li' in mezzora.
Allora vado in una taberna ad annegare nella cerveza i miei dolori (qui se chiedi cerveza fanno finta di non capire, devi dire cervezou in euskera, ma che cacchio!) e poi torno dal policia che chiama tutti gli uffici di Deba, Ondarroa, Motrika, ma niente, nada mobil. Mi lascia il suo numero per chiamarlo e io gli lascio il mio di una sim card di emergencia che sempre porto con me in questi viaggi, con 10 euro caricati. Pero' sono senza telefono, forse lo compro domani quando arrivo a Bilbao, ma non sono sicuro di farlo, forse lo comprero' a Oviedo 300 km piu' avanti. Forse questo e' stato un segno, ero indeciso se continuare il norte o se arrivato a Bilbao tornare al frances, credo che questo segno, una señal, voglia dire che devo restare qui, staccare da tutto, di giorno il sole e di notte le stelle, nada mas.
Quando mi svegliero' mi alzero', quando avro' fame mangero', se saro' stanco riposero', senza sapere che ora e', solo l'oceano e le montagne con me.
Questo cammino mi sta conquistando giorno per giorno, e' molto solitario, pero' ha altre cose che il frances non ha. La pace e la tranquillita' e un mare e delle montagne che di la' non vedi. E' anche vero che e' molto duro, molte salite discese spacca gambe, un continuo saliscendi che sul francese non c'e' visto che e' prevalentemente pianeggiante, qui se non sei ben allenato o fai poca strada, 20 km al giorno massimo, o avrai molta gloria, muchisima gloria.
Comunque credo sia l'ideale per chi ha delle inquietudini che lo tormentano, dei fantasmi del passato che lo inseguono e non lo lasciano in pace, dei conti in sospeso da regolare con se stessi, e chi non ha queste cose?
Oupa!


29 settembre 2010
Camino del norte - dos tapas

Oggi sto percorrendo la storia di Spagna, e come sapete ogni atto sul territorio e' un atto politico. Sono a Gernika, o Guernika, citta' tragicamente famosa per l'accion Condor quando durante la guerra civil i tedeschi alleati di Franco bombardarono la citta' con massacro di civili. Chi non conosce il famoso quadro? E forse qualcuno ricorda anche la foto con tutti i corpi dei bambini morti dopo il bombardamento stesi lungo la strada.
Ma torniamo alle tappe.
Da Deba ieri sono passato per Eizaguirre, Markina, Bolibar (paesino dedicato a Simon Bolivar, libertador de las Americas), Irurok Ziarzia e infine Zenarruza, dove ho dormito al monasterio de los padres cistercienses. Tot 29 km. fatti, pochi, ma con la storia del telefono ho perso un sacco di tempo.
I frati danno ospitalita' gratis ai pellegrini, massimo 8 persone e anche cena e colazione, tutto molto semplice, una zuppa di verdure e pane e acqua, nada mas. Pero' passare la notte al monastero e' stato molto bello, solo le montagne intorno, e le stelle.
Ervamo in 5, io, un professore francese in pensione che sta facendo il cammino per la sesta volta, 5 volte il camino francese e adesso questo. Sembra proprio il classico eremita moderno, magro e con la barba, un bel tipo. E poi c'era una famiglia di Madrid, padre e due figli di circa 20 anni, bella serata con loro ieri, si e' parlato del cammino e di spagna, e di tante altre cose.
Oggi partenza alle 8, non parto piu' presto, e' buio e con i pochi pellegrini in giro si rischia di perdere la strada, e poi via Gerikaitz, poi Munitibar, Elexalde Arratzu, Marmiz e adesso Gernika.
Ma chi se li ricorda sti nomi, io ricordo tutti quelli dello scorso anno ma neppure quelli di ieri.
Qui per strada non ti dicono hola' ma oupa o epa o uepa, che vuol dire adios, animo ecc.
Sti euskedi sono forti, dappertutto bandiere dell'Eta e strane scritte che non capisco.
Adesso da Gernika vorrei arrivare a Lezama, quindi oggi dovrebbero essere una quarantina i km. fatti.
Non so se trovero' internet laggiu' e quindi nel caso non lo trovassi:
Buen Donejakue Bidea
buon cammino di santiago in euskeri, ostia!


30 settembre 2010
Mama Rosa y piccola Katrin

Si lloras por no ver el sol las lagrimas no te dejaran ver las estrellas......
Ieri sono arrivato a Lezama e ho trovato lo spirito del cammino, grazie a Rosa, splendida hospitalera del piccolo albergue di Lezama. Appena arrivato, alle 7 di sera!, ho subito capito che il posto era particolare e la differenza come sempre la fanno le persone. Rosa mi ha offerto una mela e mi ha detto delle cose, e ho capito. Lei conosceva anche l'albergue di Grañon dove l'anno passato ero stato molto bene, quello dell'orazione nello splendido coro del campanile, e infatti dopo cena Rosa ci ha invitato a leggere alcuni pezzi dedicati al cammino nelle varie lingue dei presenti, non eravamo in molti, tre signore finlandesi, due tedesche, uno spagnolo, io, e Katrin, un'austriaca di 18 anni, sola.
Dopo la lettura Rosa ha abbassato le luci dell'unica stanza dell'albergue e ci ha passato una vela (candela) che aveva scritto intorno la frase che ho messo all'inizio, e ogni persona diceva quel che voleva, nella lingua che voleva, io ero il primo e Katrin l'ultima. Arrivato il suo turno in inglese ha iniziato una lunga storia e mano a mano che andava avanti iniziavano a scenderle le lacrime, fino ad un pianto convulso, in cui spiegava che sua madre era morta 6 anni fa, quando aveva 12 anni, e lei questa cosa non l'ha ancora superata, ha pianto molto e c'era molto silenzio intorno. Questa e' la magia (leggasi maghia) del camino.
Sueña con los angelitos Katrin.
Ma torniamo a ieri, alla tappa che arrivava a Gernika e che le guide spagnole chiamano rompepiernas, spacca gambe, ed effettivamente era dura, molte salite e discese ripide, con pietroni e molto fango per le piogge del fine settimana pasado, comunque le mia gambe hanno resistito, un po' di male ai piedi per le discese pietrose ma niente di particolare.
Uscendo da Gernika , percorrendo le montagne e scoscesi sentieri, con il sole ed il vento, non ho potuto fare di meno di pensare a quella brutta pagina di storia di spagna, mi pareva di essere un internazionalista immortalato in una delle famose foto di Frank Capa, y creo que cuando hay ciertos ideales, en un cierto momento de tu vida, valga la pena luchar y morir tambien.
Poi ho continuato a camminare, sempre solo, 40 km sempre solo, dalle 8 di mattina alle 7 di sera, perche' arrivato a Lezama ero talmente lanciato che non mi sono accorto di essere arrivato e ho continuato per 3 km., poi bus per tornare a Lezama alle 7, da Rosa. E stamattina ho preso di nuovo il bus per i 3 km. di ieri, soy peregrino, no loco!
Ieri sera sono persino riuscito a lavare la roba, erano due giorni che non lo facevo perche' sempre arrivo alle 6 - 6 e mezzo e la roba non si asciuga, cosi' avevo la roba da giorno, puzzolente, e la roba per la notte, un po' meno puzzolente, cosi' e' la vita del pellegrino. Invece Rosa aveva la secadora, e tutto gratis, solo donativo per la notte.
Adesso sono a Bilbao dove ho perso ore per la storia del telefono, con capatina alla policia per vedere se hanno notizie da Markina, ma niente novita', il buon Javier se lo e' tenuto il telefono, cabron!
Entrando alla polizia c'erano un sacco di controlli e macchine per i raggi alle borse allora sono uscito e ho nascosto il mio coltellino in un cespuglio appena fuori, se mi vedevano mi prendevano per uno dell'Eta, ma todo bien, coltellino salvato e recuperato.
Poi un sacco di tempo a cercare un negozio che venda telefoni libres, perche' qui li vendono quasi tutti con il contratto gia' installato, e alla fine ho trovato un Samsung da pochi soldi che pero' funziona solo in spagnolo, mi divertiro'. I miei sogni di ieri di continuare a camminare senza orari e telefono e nada si sono frantumati con la realta', mi sono ricordato di avere una famiglia e prima che arrivino ordini precisi dal quartiere generale ho preferito provvedere. E comunque anche senza telefono c'e' sempre internet.... ormai e' veramente difficile deconectarse completamente, ed e' questa la vera differenza con i pellegrini di un tempo.
Rosa mi diceva che aver perso il telefono e' un segno, che era il momento di fare limpieza en la vida, e Rosa non sbaglia.
Ieri camminando dopo Gernika ho fatto 22 km senza trovare paesi, pero' in molte case avevano messo un rubinetto fuori dalla staccionata, con scritto agua. Qui il viandante e il forestiero non fanno paura, non sono qualcosa da temere. E questo fa pensare.
Ho anche saputo che sabato scorso a San Sebastian, con l'accento sull'ultima a, c'erano gli Udos in concerto, quelli di Bono, ed era impossibile trovare da dormire, suerte che sono arrivato domenica, e ieri a Bilbao c'era una grande manifestazione dei lavoratori, todo lleno anche qui.
In realta' io non mi fermo a Bilbao, vorrei arrivare a Portugalete, 20 km mas, il tempo e' cambiato, e' molto brutto e forse piovera', tra poco vado a ritirare il telefono che e' in carica e parto.
Ieri ho anche passato un posto che si chiamava alto de Morga, un nome che un po' ricorda la saga del signore degli anelli, e insieme al fatto che qui Bilbao sui cartelli lo scrivono Bilbo........che storia eh?
Ultima cosa, dopo Deba ho lasciato l'oceano por el interior, sono due giorni che cammino per splendide montagne solitarie, e da ieri sono entrato nella gran Bilbao, praticamente un giorno e mezzo attraverso le zone industriali che precedono e seguono la citta', molte guide consigliano di saltarle con un bel treno ma io ho sempre preferito farmi todo il cammino, anche le parti meno belle. E comunque da domani dovrei tornare a vedere il mare.
Ora qui al locutorio, (che in spagna e' un posto dove ci sono internet e telefoni) mi devo anche stampare un po' di cartine e informazioni per la parte successiva a Bilbao perche' non ho niente con me, convinto com'ero di arrivare qui e tornare al camino frances.
Ma ogni camino ha un suo fascino che ti conquista giorno per giorno, ed e' difficile abbandonarlo una volta iniziato.
Oupa amigos


1 ottobre 2010
Portugalete- Islares

"La tristeza que tiene mi alma,
por el blanco camino la dejo,
para ver si la encuentran los niños
y en el agua la vayan hundiendo,
para ver si en la noche estrellada
a muy lejos la ilevan los vientos. "

"La tristezza che ha la mia anima
la lascio sulla bianca strada
per vedere se la trovano i bambini
e l'affondano nell'acqua,
per vedere se nella notte stellata
se la portano i venti lontano."

Come vedete sono uscito dal pais Vasco e sono entrato in Cantabria.
Ma torniamo un attimo a ieri.
Dopo essere uscito dalla Gran Bilbo ho avuto un primo contrattempo, la macchina perfetta che e' il mio corpo ha dato un brutto segno di cedimento.
Fino a ieri il mio orologio biologico era puntato verso il tardo pomeriggio e cosi', visto che sono sempre arrivato negli albergues ( gli ostelli dei pellegrini dove dormo ) verso le 6 - 6 e mezza, riuscivo a tener duro e poi sistemare le faccende, doccia compresa.
Invece ieri, appena uscito da Bilbao, dopo una dura salita in una bruttissima zona periferica, l'impellenza biologica mi ha vinto. Ho visto un bel traliccio dell'alta tensione e ho appoggiato li' lo zaino, per un attimo ho temuto che mi scambiassero per un terrorista dell'Eta che stava minando il traliccio, o magari di fare la fine di Giangiacomo Feltrinelli, ma poi mi sono rilassato.
Sul piu' bello da un cespuglio 20 mt. piu' in alto viene fuori una signora a vedere che succedeva e io le dico: non vedi che occhi grandi che ho! e lei:vale, vale. Tranquillo insomma.
Poi bello leggero sono ripartito, il tempo sempre brutto, quasi pioveva, e freddo, ma poi alla fine il cielo verso sera si e' aperto, e ho continuato per km e km in mezzo alla bruttissima zona industriale che precede e segue Bilbo, lo sapevo che era cosi' e molte guide consigliano di saltarla ma io sono per il camino integrale e cosi' mi sono sciroppato un giorno e mezzo molto brutto, 40 km di stradacce e sentieri con vista su grandi fabbriche e porto di Bilbo
Tra l'altro a Bilbo avevo perso almeno 4 ore tra polizia, negozio del telefono e cosi' sono arrivato a Portugalete alle 7 di sera. Al negozio dove ho comprato il telefono la señorita era molto spazientita, forse un po' stressata dal suo lavoro, ma io avevo bisogno di assistenza per vedere se si poteva usare in italiano, caricarlo ecc., alla fine le ho detto che ero un pellegrino verso Santiago e si e' rilassata.
Cmq il tel. non funzia in italiano quindi se qualcuno ha l'impellenza di scrivermi sappia che rispondero' in spagnolo perche' tiene solo el te nueve ( t9) español e non mi metto a scrivere una lettera x volta.
il numero e':
3294339751
Alla fine, dopo essere passato per Barakaldo e Sestao arrivo all'ora che vi ho detto a Portugalete, 35 km fatti, e scopro che l'albergue esta' cerrado e all'uff. turistico mi dicono che il primo aperto e' a Pobeña, 14 km piu' avanti, ed ecco il secondo cedimento.
Non ce l'ho proprio fatta alle 7 di sera a rimettermi in cammino per altri 14 km e ho preso il bus, ¡Ay que pena!
Alle 8 arrivo all'albergue di Pobeña dove un simpatico hospitalero mi accoglie, era il suo ultimo dia perche' l'albergue chiudeva oggi, e questo e' un bel problema per chi vuole fare questo cammino fuori dai mesi di luglio e agosto quando tutti gli albergues sono aperti, molti poi chiudono a fine settembre e poi da ottobre, cioe' da oggi, chiudono molti altri e sono problemi, ogni giorno ci si deve informare sul prossimo aperto e`puo' essere a 15 km, cioe' pochi, e magari il successivo a 50 km, cioe' tanti, e quindi? Vi sapro' dire, certo che nemmeno si possono spendere 30 o 40 euro a notte per dormire in un hotel, perche' il cammino dura 30 gg e per 40 euro fa una bella cifra!
La notte a Pobeña tranquilla, 3 ciclisti, altri 2 tizi e io, poi stamattina colazione offerta dal'hospitalero con donativo e alle 7.30 ho ripreso il bus per tornare indietro a Portugalete e riprendere il cammino da dove ero arrivato, forte eh!
Alle 10 e mezzo ero di nuovo a Pobeña e poco dopo uscivo dal Pais Vasco dopo aver attraversato quindi la regione Guizpcoana y de Vizcaya, quindi raggiungevo in altre 3 ore Castro Urdiales, grosso centro di mare e qui mi sono preso una buona mezzora di sosta in spiaggia, tolto scarpe e rimasto a mollo nell'oceano che da qui ho ripreso a vedere, ed e' un bel vedere, davvero!
Dopo il pediluvio nell'acqua fredda e salata mi sono rimesso le scarpe e mi pareva di avere gli stivali delle 7 leghe, altro che!
Quindi a questo punto farei un bilancio di questi primi 6 giorni.
Pais Vasco molto bello, soprattutto da Irun a Deba per il mare e i 2 gg. successivi per la montagna, poi 40 km brutti nella gran Bilbo. La gente qui es buena gente pero' no e' abituata ai pellegrini come sul camino frances, quindi o ti ignorano o sono molto incuriositi, ovunque mi sono fermato fuori dai grossi centri qualcuno e' venuto a darmi parola, a chiedermi che facevo, darmi solidarieta', ed e' per questo che ogni atto sul territorio e' un atto politico, per lo scambio che si ha con la gente, per quello che si lascia e quello che si raccoglie.
Ieri una donna in macchina si e' fermato al mio fianco e mi ha raccontato un sacco di cose, mancava solo che saltasse fuori ad abbracciarmi....
Comunque molti mi hanno detto che la Cantabria sara' bellissima.
L'aspetto piu' negativo per me e' che si passano quasi sempre grossi centri, non come sul frances dove a parte le citta' che trovi ogni 4 o 5 gg per il resto sei sempre in zone rurali con piccoli paesini, pero' il lato `positivo e' la bellezza dei posti che attraversati, la solitudine immensa che ti circonda.
Per quel che mio riguarda sto bene, sto andando molto forte, forse troppo, e questo me da un poco de miedo per le possibili conseguenze nefaste che potrebbero arrivare prima o poi, pero' se penso al mio quinto giorno dello scorso anno, a Logroño, e che oggi sono al sesto... forse mi andra' bene!
Certo che da Irun a Bilbao sono poco piu' di 150 km e li ho fatti in 4 gg. precisi, media notevolmente alta, e ogni tanto anche corro, magari nei tratti in discesa dove il fondo e' buono, lo zaino pesa solo 8 kg e mi allenavo con 13 e a volte correvo anche sul lungargine del Bassanello, e comunque vedo che non sono io a decidere le cose, e' il cammino che decide per me, anche questi orari pazzeschi di arrivo agli albergue, mai successi nelle precedenti esperienze. Ma qui, oltre al telefono, ho perso il tempo, e la fretta, e anche altre cose, devo solo camminare, e camminare, e camminare. Ultreya!
Si cammina molto su strada rispetto al frances, ma non e' male, e sono quasi sempre strade secondarie, e poi l'acqua non e' un problema come pensavo, io ho solo mezzo litro ma basta, forse anche per il periodo fresco, ma se ne trova parecchia, anche fuori dai centri abitati come gia' ho scritto.
E torniamo velocemente a oggi.
Dopo Castro ho proseguito fino a Islares per altri 8 km, piccolo centro di mare con albergue aperto mentre quello di Castro Urdiales che dovrebbe essere aperto tutto l'anno era chiuso por obras, per lavori.
Quindi oggi fatti 38 km e arrivato per la prima volta prestissimo, alle 3 e mezzo, ma d'altronde oggi non ho avuto nessun problema, di telefoni, di polizia, e di tutte le cose che mi han molestado in questi giorni.
Fatto gran bucato, che veramente ne avevo bisogno e alle 5 ero a zonzo e poi a internet.
Ero il primo peregrino arrivato e alle 5 non era ancora arrivato nessuno, va a vedere che stanotte dormo solo!
Oggi ho anche superato due francesi partiti non so da che posto della Francia a meta' agosto, in cammino verso Santiago per circa tre mesi, corbezzoli!
Bene, credo di avervi raccontato parecchio, tutto non si puo', le cose che vedo sono tante e ricordarle tutte e' difficile.....
Hasta luego chicos.


P.s.
se qualcuno volesse venire nel Pais Vasco a farsi una vacanza in bicicletta deve sapere alcune cose fondamentali.
Le piste ciclabili si chiamano bidegorri, se ricordate bidea e' il cammino e gorri vuol dire rojo, rosso insomma, perche' sono quasi sempre rosse.
e se per caso incontrate un cartello con scritto:
Kontuz
Txirrindulariak
Astiroago joan

vuol dire: attenzione ciclista, modera la velocita'
ma che cacchio di lingua!
e gli ho fatto una foto al cartello per ricordarmi la frase.
Ora in Cantabria e' come essere tornati in Spagna, tutto in castillano e basta, senza sto trxigtrgtesclrts che vedevo sempre prima e non capivo, me gusta ahora!
besos


2 ottobre 2010
Guemes

Altra folle giornata, e alla fine credo che i km. fatti siano piu' o meno 55.
Intanto per ieri sera avevo indovinato, tornato da cena all'albergue ero ancora il solo pellegrino e poi anche il ragazzo che mi aveva accolto ad un certo punto se n'e' andato, mi ha lasciato le chiavi e mi ha spiegato cosa fare l'indomani, ciao ciao, e sono rimasto completamente solo, per la prima volta nella mia carriera di peregrino!
Stamattina partito di buonora e dopo 5 ore di marcia veloce attraverso verdi colline sono arrivato a Laredo, che a me sto nome ricordava l'epopea western, e invece no, incredibile spiaggia, tipo Cocacabana vista dall'alto, enorme e lunghissima, e tipico grosso centro di mare, cosi' nonostante i gia' 30 km fatti ho deciso di proseguire per Santoña, dall'altra parte del grande golfo di Laredo sul mar Cantabrio.
Mi faccio la lunga spiaggia con zaino e scarponi, in mezzo alla gente che mi guarda come un loco, circa 1 ora di cammino, arrivo al Puntal e prendo la barca, arrivo a Santoña ma non mi piace ed ecco la pazzia..... erano le 3 e mezzo del pomeriggio e per arrivare a Guemes mancavano 21 km, ma mi son detto: che cio' da fa?
E sono partito.
Fa molto caldo, il bel tempo continua a tenere, a meta' pomeriggio il sole mi spacca, ora sono a Meruelo, a credo 7 km dalla meta, e sono in sosta al centro cultural juvenil dove c'e' internet gratis.
A Guemes mi faceva voglia di arrivare perche' l'albergue e' aperto di sicuro ed e' gestito da Padre Ernesto, figura mitica sul camino del norte.
Non ho molto altro da raccontare, oggi ho solo camminato tanto tanto.
Hasta luego chicos


4 ottobre 2010
La pioggia

e alla fine e' arrivata la pioggia.....
ma torniamo all'altro giorno, quando, dopo aver passato Laredo, ho deciso di proseguire perche' non mi piaceva il posto, anche se avevo gia' fatto 30 km circa, ed era l'una de la tarde.
Di Laredo mi ha impressionato la spiaggia, enorme, pensate che per farla tutta ho camminato un'ora. Qaundo da Rosolina vado a porto Caleri ci metto 40 minuti andata e ritorno, ma questa era un'unica spiaggia, una grande baia contornata da palazzi per tutta la sua lunghezza! Poi a Santoño, dall'altra parte della baia e dopo il passaggio in barca ho deciso di proseguire ancora perche' era come Laredo, solo un po' piu' piccolo.
Cammina cammina alle 8 di sera sono arrivato a Guemes, dove sapevo esserci l'albergue di Padre Ernesto, e ne e' valsa la pena, nonostante i 55 km fatti, un enormita' e credo di aver raggiunto quasi il massimo possa fare una persona a piedi zaino in spalla, forse si puo' arrivare a 60 km ma credo sia il limite massimo in un giorno.
Comunque arrivato li' stavo benino, un po' di dolore ai piedi e alle gambe ma il giorno dopo era passato tutto. Padre Ernesto stava dando una charla, cioe' una chiacchierata sul posto e sulla sua storia. Lui e' un cura obrero, un prete operaio con una gran passione per i viaggi e per i pellegrini e il suo albergue e l'atmosfera che c'era era fantastica, tanta generosita' e fraternita.
Guemes e' sicuramente una tappa obbligata per chi fa il camino del norte, se non ci si ferma qui e' un gran peccato.
C'erano una decina di pellegrini e altre 10 persone che venivano a passare il fin de semana in quel posto, come succede anche da noi in certi luoghi dove ci sono dei preti un po' particolari. Grande cena comunitaria super abbondante e super buona, persino nei bagni c'era tutto, il sapone e lo shampo, belle camerate, bellissimo.
Dopo cena chiacchierata tra pellegrini, solo spagnoli, c'era persino un basco che sapeva O bella ciao, pensate un po', e poi discussione su Gernika e sui motivi della guerra civil.
Poi a nanna e quindi colazione insieme e poi ricerca del vestiario che durante la notte era volato via.
Ieri mattina sono ripartito tardi, alle 9 e mezza, con un vento bestiale che impediva il cammino. Ma Padre Ernesto diceva che finche' c'e' vento del sur va todo bien, si el viento cae inizia a piovere......
Con Guemes si e' conclusa la prima settimana di cammino, totali 270 km. in 7 giorni, molti, ma sto bene.
Sono arrivato in 15 km a Somo dove c'e' l'imbarcadero per Santander, percorrendo la costa con il precipizio sull'oceano a pochi metri e un vento che mi faceva ondeggiare.
E li' mi e' successa una cosa.
Mentre aspèttavo la barca per passare la baia di Santander e arrivare alla capitale cantabrica mi si e' avvicinato un uomo, anziano, con una gran barba bianca e un maglione liso, e un cane, sembrava un vecchio lupo di mare. Mi ha salutato e poi basta, stava li' e mi guardava. Eravamo solo io e lui sul molo, tutto grigio il cielo e un vento fortissimo. Dopo alcuni minuti mi dice: vai a Santiago? E io:si. Poi silenzio. Dopo un po’ mi dice: aspetta un momento, ti devo dare una cosa.
Se ne va e dopo alcuni minuti torna con la concha, la conchiglia, che tutti i pellegrini hanno sullo zaino e che io non ho perche' ho sempre pensato che comprarla era una mercificazione del cammino. Bene ora ce l'ho e proprio come la volevo, un regalo del destino, per mano di uno sconosciuto viejo lobo de mar.
Ieri alla fine il vento ha tenuto pero' mi ha ostacolato tantissimo, alla fine sono arrivato a Cudon o forse Requejada, circa 36 km, un paesino piccolo piccolo dove l'albergue e' una stanzetta e le chiavi te le da la signora del bar vicino. Due stanzette con letto a castello triplo, totali 6 letti e un bagnetto. Cena con panino fatto dalla signora.
Insieme a me c'era uno spagnolo gia' conosciuto a Guemes, un'austriaca e una coppia di spagnoli. Verso sera ha iniziato a piovere e per tutta la notte ha continuato. Alle 8 di sera sono arrivati 4 pellegrini che volevano fermarsi li' ma la signora ha detto che oltre 6 non si puo' e se no chiamava la guardia civil, e comunque non c'era proprio lo spazio fisico per altre 4 persone, poveretti, chissa' dove sono andati!
Stamattina ci siamo alzati con la pioggia, molta pioggia, e dopo accurata vestizione siamo partiti. Ora sono a Santillana del Mar, un paesino bellissimo, tutto stradine di pietra, e ho trovato internet nel museo e ne approfitto, ormai avrete capito che sul camino del norte internet alla sera non lo trovo quasi mai e quindi lo cerco di giorno nei centri un po' grandi o tipo questo che deve essere molto turistico.
oggi conto di arrivare a Comillas, circa 30 km, sto rallentando un po' ma con la pioggia si va piano e c'e' ancora molto vento contrario.
Ieri sera mi sono anche fatto un piccolo intervento chirurgico perche' avevo un po' male a un tallone, sembrava un grosso callo duro, pero' sospettavo ci fosse un po' di versamento interno e infatti bucando con un ago e' uscita un po' di acqua, ora sto bene.
Ieri ho anche accorciato la tappa di 8 km tagliando attraverso un ponte ferroviario ed evitando un lungo giro a U, proibitissimo farlo se si leggono le guide perche' pericoloso, ma Padre Ernesto lo aveva specificatamente consigliato a todos!
Ora ha smesso di piovere, riparto, non so quando trovero' internet di nuovo.
Il morale e' buono y las estrellas cuidan mi camino.
Hasta luego.
 
5 ottobre 2010
La marcia rallenta – Asturie

- Madre abuela, donde està Santiago?
- Por allì marcha con su cortejo,
- la cabeza llena de plumajes,
- y de perlas muy finas el cuerpo,
- con la luna rendida a sus plantas,
- con el sol escondido en el poncho.

- Nonna, dov'è Santiago?
- Lassù, cammina col suo carteggio,
- la testa piena di piume
- e il corpo di perle fini
- con la luna sotto i suoi piedi
- e il sole chiuso nel cuore.

da "Santiago" di Federico Garcia Lorca

Ma talvolta sta quaggiù, travestito da vecchio lupo di mare, per donare la conchiglia a colui che non ce l'ha.

Mi e' arrivata questa bella cosa dall'Italia e ve la giro, perche' e' vero, da quando ho la conchiglia regalatami sul molo prima di Santander mi sento piu' forte, un viandante in cammino verso Santiago, con il sole e la pioggia, con el viento y la soledad, y tantas estrellas.
Sono a San Vicente de la Barquera che forse qualcuno ricorda perche' e' la citta natale di David Bustamante Hoyos, nacido en San Vicente de la Barquera (Cantabria), famoso cantante spagnolo, mah!
Oggi il tempo e' migliorato ma le previsioni dicono chubascos per tutta la semana, cioe' tempo instabile, ma non me ne importa nulla, perche' come dice il poeta:
"Caminante no hay camino, el camino se hace al andar."
Cioe' non c'e' un cammino, ma lo si fa percorrendolo, comunque.
Ieri alla fine sono arrivato a Comillas,33 km circa, sto rallentando, Comillas e' un bel paese di mare dove la vecchia carcel, il carcere, e' stata trasformata in albergue, ed era molto confortevole, anche qui alle 8 la hospitalera se ne e' andata e ci ha lasciato le chiavi, che differenza con il cammino francese e con la rigidita' degli orari degli albergues!
Un'altra cosa particolare della Cantabria e che quando arrivi devono sempre compilare una scheda con i tuoi dati e il motivo per cui fai il cammino, cosi' mentre la compili ti fai un'idea dei motivi, e spesso sono promisas.
Anche oggi non so dove arrivero' perche' come spesso ormai mi capita il prossimo pueblo con albergue e' a 12 km e il successivo a 50 km., che fare?
Oggi sono partito prestino, con il buio, ma non ho nessuna voglia di farmi 50 km. sto rallentando vistosamente, e non perche' ho male alle gambe o ai piedi, anzi, sto benissimo, ma e' una cosa mentale, ho corso molto e ora non so se lo voglio fare ancora.
Ormai sono alla fine della Cantabria e dopo Unquera entrero' nelle Asturie, e mentre arrivavo a San Vicente ho visto per la prima volta in lontananza los Picos de Europa, con le cime imbiancate dalla neve, e dietro di me l'oceano.....
Della Cantabria devo dire che mi ha un po' deluso, e parlo solo ed esclusivamente del territorio attraversato, ho passato dei bei posti, colline verdi e mar, pero' anche tanta strada asfaltata e citta' e cittadine proprio bruttine, insignificanti, mentre il Pais Vasco almeno fino a Gernika e' stato veramente stupefacente.
Qui e' cambiata parecchio anche l'orografia, molte meno salite e discese, una passeggiata rispetto al pais Vasco dove era stata dura.
Ormai sono al decimo giorno e penso di arrivare perlomeno a Colombres, 370 km da Irun e ne mancano 440 a Santiago, quindi domani dovrei varcare la meta' esatta del cammino del norte.
Pellegrini continuo a non vederne, solo quando arrivo all'albergue ne incontro qualcuno, ed ho sentito dire che invece sul camino frances c'e' il mondo anche perche' sta partendo tutta le gente che vuole arrivare a Santiago ai primi di novembre quando ci sara' la visita del papa Ratzinger, han detto che esta' muy masificado!
Io sto bene, ma tutta questa solitudine un po' mi sta stancando, ma ho la concha che mi protegge, e che mi guida.
Hasta luego.


5 ottobre 2010
Colombres

e come volevasi dimostrare oggi non avevo tanta voglia di camminare e cosi', passata Unquera e il ponte sopra il rio Deva, sono uscito dalla Cantabria ed entrato nelle Asturie e sono arrivato poco dopo a Colombres e mi sono fermato, solo 28 km oggi, ma sono arrivato ad un totale di 370 e a Santiago ne mancano 427, domani arrivo a meta' cammino, in 11 giorni.
A Colombres c'e' un albergue particular, 12 euro, ma l'Ayuntamiento mette a disposizione il polideportivo, la palestra del paese, gratis, ampi spazi (una palestra intera, docce superbe), siamo io e due tedeschine giovani giovani un po' perse, che non parlano spagnolo e che gia' ieri erano con me a Comillas.
Colombres e' proprio un piccolo paesino, ma piacevole, mi piace e mangero' al bar del polideportivo dove faranno la cena apposta per me.
L'ultimo giorno di Cantabria ha un po' risollevato l'idea che mi ero fatto, un bel percorso tra valli e mare in lontananza.
Ieri quando sono arrivato a Comillas avevo chiesto indicazioni per l'lbergue a due tizi, ma questi erano una coppia di inglesi o francesi e quando hanno visto la conchiglia sullo zaino hanno iniziato a toccarla come fosse un amuleto, che roba! credevo volessero rubarmela.
Poi oggi ho visto per l'ultima volta Roberto, un asturiano di Gijon che avevo conosciuto fin da Guemes, e con cui ho dormito insieme le ultime tre notti, un tipo simpatico ma mentiroso credo, perche' andava molto piu' piano di me, qualche volta siamo partiti insieme e lo staccavo presto, soprattutto in salita, pero' poi arrivava prima di me alla fine della tappa..... misteri del camino.
bene, ora vado a mangiare e riposarmi, domani se voglio arrivare in un posto che si chiama Piñeres de Pria, dove c'e' il prossimo albergue, dovro' fare 44 km.. si torna a marciare chicos!
besos del Camino


6 ottobre 2010
una giornata meravigliosa
Piñeres de Pria

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o España.

Molta pioggia oggi, dalle 7.45 quando sono partito fino alle 6 del pomeriggio quando sono arrivato, incessante, a tratti sottile a tratti scrosciante, ma ho visto cose bellissime, e sono riuscito a fare 40 km, da Colombres a Piñares de Pria, ed in questa condizioni sono stati molti.
Ieri sera ho passato una bella serata con i 4 spagnoli che avevo gia' visto la sera che pioveva ed ero nel albergue con 6 soli letti e loro se ne erano andati. Ieri sono arrivati tardi al polideportivo e cosi' alla fine eravamo io, loro e le due tedesche, e dopo cena ci siamo trovati al bar a chiacchierare, c'erano anche le due tedeschine che oggi le ho viste male con la pioggia, in jeans e senza coprizaino, chissa' come sara' il loro sacco a pelo stasera! Credo si siano fermate a LLane, a 25 km dalla partenza.
Oggi camminando lungo la costa ho visto i bufones de arenilllas, delle spaccature nella roccia collegate con il mare da cui l'acqua viene sparata fino a 20 mt. di altezza, con un rumore di tuono, impressionante.
Ho anche provato la sidra, una fermentazione di mela leggermente alcolica che ti servono con uno strano aggeggio per spillarla dalla bottiglia. Qui in Asturias e' pieno di sidrerie, e' una specialita' locale.
Molte altre cose da dire non ne ho, anche perche' sono stanco e devo ancora sistemarmi, pero' una cosa si.
L'altro giorno vi avevo scritto che questo cammino del norte credo sia l'ideale per chi ha delle inquietudini che lo tormentano, dei fantasmi del passato che lo inseguono e non lo lasciano in pace, dei conti in sospeso da regolare con se stessi, ve lo ricordate?
Beh, forse va bene anche per un'altra cosa, per dedicare uno sforzo particolare alle persone che ti vogliono bene, e quindi dedico la giornataccia di oggi, veramente lunga e faticosa e bagnata, a tutte le persone che stanno vivendo momenti difficili, e chi non ne ha? e che stanno soffrendo, e cha hanno bisogno di un po' di energia per risolvere i loro problemi.
Qui in España c'e' un viandante in cammino verso Santiago che vi porta con se' nel corazon.
Animo chicos!


7 ottobre 2010
Sebrayo

Guardate un po' qui cosa mi scrivono dall'Italia:

"Anche nell'antichità gli dei assumevano sembianze umane per aiutare o appesantire l'uomo, mi riferisco alla tua esperienza con il vecchio e la sua conchiglia, che poi ti ha offerto in dono.
Pare di leggere pagine di racconti mitologici, dove gli eroi stanchi, sporchi, ed affamati aiutati da particolari amuleti ricevevano nuova forza e rinnovato vigore."

Evidentemente la storia del vecchio e della conchiglia ha colpito molte persone, vi ricordate la poesia dell'altro giorno? E anche me, ancora ci penso e mi porto la mia conchiglia tutto orgoglioso, attaccata allo zaino, nulla mi puo' piu' far male.
Ma torniamo a ieri......
Dopo avervi scritto in un'oretta sono arrivato a Piñeres de Pria, un piccolissimo paesino dove sono riuscito a perdermi, e mentre tornavo indietro, cercando l'albergue, si ferma una macchina con una donna che mi chiede se cerco l'albergue, erano le 7 di sera e pioveva... che vuoi che cerco?
Comunque lei era la proprietaria, perche' in realta' era un particular, un albergue privado, 12 euro, ma molto bello, li valeva tutti.
Allora mi monta in macchina e mi porta avanti di 100 metri. Dietro aveva le tre figlie piccoline e appena montato quella che aveva circa 5 anni mi dice: el cinturon peregrino.
Insomma dovevo mettermi la cintura e mi chiamava pellegrino, ma pensa un po'! poi fa a sua mamma: habla como Valentino Rossi, e la mamma: talvez porque' es italiano.
Pensate al potere mediatico di questi personaggi, eh?
Poi la signora mi chiede se ho da mangiare, e io dico di no, e lei allora si offre di andare a comprarmi qualcosa nel vicino pueblo perche' li' non c'e' niente, e anche questa e' una prima assoluta, un posto con albergue senza un bar o algo esi' para comer.
Conclusione che mi compra un pacco di spaghetti, pomodoro e una cebolla, 1.67 euro e mi faccio una spaghettata superba di 3 etti che quasi sto male alla fine. Poi alle 10 a nanna, ero molto stanco.
Nell'albergue c'era oltre a me solo Moise, una simpatica signora spagnola che viaggia con el bordon, il bastone dei pellegrini, e che viaggia sola perche' al marito no le gusta caminar, stamattina sono rimasto con lei un'oretta, poi avevamo un passo diverso, buen camino Moise!
E veniamo al tempo. Dopo la giornata di ieri oggi le cose sono un po' migliorate, cielo grigio e coperto fino a mezzogiorno ma senza mai pioggia, e adesso e' uscito il sole. In un bar ho letto su Nueva España le previsioni, instabile fino a domenica con chubascos, poi dovrebbe migliorare.
E a proposito del periodico Nueva España o latri delle Asturie, como la Voz de Asturia, ricordatevi di guardarlo domenica perche' parleranno di un raduno mondiale di moto storiche che faranno questo fine settimana a Colombres, dove ho dormito, arriva gente da tutto il mondo, e gia' l'altro ieri c'erano un sacco di inglesi, tutti anzianotti, con delle moto incredibili, pareva di essere ai tempi della RAF nella prima guerra mondiale, dovevate vederli.
E sempre riguardo al tempo vorrei fare un ringraziamento speciale alla Ferrino, che mi ha gentilmente venduto degli indumenti che ieri mi hanno salvato, pensate che dopo 11 ore di pioggia incessante soste incluse, dico 11 ore di pioggia continua, vi rendete conto? Non voglio dire che alla fine ero perfettamente asciutto, sarebbe utopico, pero' ero soltanto umido dalla testa ai piedi, umidita' dovuta al sudore che non puo' traspirare all'esterno completamente.
Chi va in montagna sa che anche con i migliori materiali, se si sta facendo fatica, tipo salite o marcia veloce, si suda, e non esistono materiali che traspirano completamente, anche se chi ve li vende ve lo assicura, pero' se usate roba economica, tipo in PVC, la pioggia non passa ma dopo mezzora siete fradici di sudore, e dico fradici!
Io ieri sera ero solo umido e stamattina mi sono rimesso addosso la stessa identica roba, perfettamente asciutta, e non e' poco, credetemi, e non era il caso di lavarla, ho provato a lavare i calzetti piu' leggeri che ho ma stamattina erano ancora completamente bagnati.
Quindi ancora grazie alla Ferrino..... solo il coprizaino non e' proprio perfetto, ma gia' lo sapevo dopo gli allenamenti estivi a Padova e dopo il nubifragio di fine agosto, quando mi sono ritrovato con lo zaino zuppo.
Nei negozi vendono il coprizaino della Ferrino giallo, in un materiale che se prendete una pioggia forte passa l'acqua, ma deve essere forte proprio.
Ieri dopo 11 ore, ma non forte, avevo lo zaino solo leggermente umido in alcuni punti e comunque dentro asciutto, e poi avevo comunque tutto in sacchettini di plastica, se penso alle tedeschine, brrrrrrr....
Quindi l'alternativa economica per le forti piogge puo' essere solo un sacchetto della spazzatura adattato per lo zaino, che tiene l'acqua perfettamente, e sopra un coprizaino di marca, perche'credo siano tutti uguali, costano poco, tipo 10 euro, e valgono poco, tipo il Quechua e altri.
E veniamo ad oggi.
Partito da Piñeres sono arrivato velocemente a San Esteban de Leces, e poi ho proseguito fino a Colunga dove mi trovo ora, in un punto internet municipale come faccio ultimamente, sono gli unici che trovo e sono anche gratuiti, e sono o dentro agli uffici di informazione turistica o dentro la Casa de la Cultura che c'e'in ogni ayuntamiento,.
Conto di proseguire fino a Sebrayo, altro piccolissimo paesino dove non c'e' nulla, mi mancano solo 12 km e cosi' oggi alle fine sono in tutto 44, non male, sono tornato alle vecchie medie dopo il crollo dell'altro ieri a Colombres.
Ci arrivero' come sempre verso le , 6 e mezza, quindi tardi per lavarmi la roba a meno che non ci sia una secadora, e questo comunque non e' un gran problema anche se la roba che indosso ormai puzza parecchio, ma non e' che ho molte occasioni di socialita', quindi......
E poi al polideportivo di Colombres era proprio impossibile lavarsi la roba, era gratis, gran docce ma nada mas, e ieri sera oltre ad essere tardi solo pensare di stendere la roba era pura locura, era fresco dentro casa e freddo fuori, e un umido che nulla poteva asciugarsi, e comunque superato lo shock quando indossi la roba di primo mattino dopo non ci fai piu' caso.
Questi ultimi 2 giorni mi hanno riconciliato con il camino del norte, dopo i brutti giorni in Cantabria, qui e' molto bello, cammino quasi sempre lungo l'oceano, grandi scenari naturali, ne vale al pena, anche se spesso incontro lunghi tratti di strada asfalta.
Oggi mi e' anche successa una cosa divertente. Ad un certo momento incontro una vecchietta che stava fuori di casa, in un posto vicinissimo al mare, e mi fa: donde vas solo con el gato? Non trovi nessuno per andare insieme? Che dev'essere un modo dire tipo che sei solo come un cane. Solo con el gato! Pensa un po!
Poi non ho incontrato molte altre persone, mangiato qua e la' qualcosa al volo e avanti con il cammino.
Ah, dimenticavo, ieri sera a Piñeres ero esattamente a meta' cammino, incrociando i dati delle varie guide e carte varie che ho posso dire che ieri, undicesimo giorno di cammino, avevo fatto 405 km e me ne mancavano 410, quindi proprio meta', e domani conto di arrivare a Gijon, da dove ne mancano solo 338, la Galizia si avvicina, anche se non ci arrivero', sara' per la prossima volta.
tra l'altro a Gijon vive Sepulveda, il famose scrittore ed esule cileno, magari lo incontro per strada.
Ultima cosa prima che mi dimentichi e che sempre volevo dirvi.
Nel Pais Vasco e anche in Cantabria ho visto un'enormita' di case in vendita, anche nei centri piu' piccoli, e' proprio vero quello che si legge in Italia, qui hanno speculato moltissimo con l'edilizia e quando con la crisi le banche hanno serrato i cordoni della borsa moltissime imprese hanno chiuso e un montagna di gente e' adesso a casa senza lavoro, e non trovano nulla, qui la crisi ha colpito duro amigos, molto duro e gli spagnoli mi dicono che Zapatero dice che tutto si risolvera'. Anche da noi c'e' uno che e' un bel pezzo che ci racconta questa storiella, no?
Ora vi saluto, nei prossimi giorni spero di ricordarmi di raccontarvi il mio rapporto con il dolore e la sofferenza lungo il cammino, nell'accezione laica, la mia, e cristiana.
E se qualcuno ha tempo vada a vedere qui:

index.php

e' il miglior sito italiano, credo, sui pellegrinaggi, e poi andate su pellegrini in cammino e guardate il mio, che e' 26 settembre 2010-camino del norte, e' interessante.

besos y mas besos


9 ottobre 2010
Gijon

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o España.

D'Annunzio non mi e' mai piaciuto come personaggio ma questa poesia ancora me la ricordo dopo tanti anni, una trentina, ed e' perfetta anche per la giornata di oggi, molto piovosa.....
Sono arrivato ad Aviles e forse sono alla fine del cammino, poi vi spiego, ma intanto, visto che ieri non ho scritto devo tornare un po' indietro, a giovedi', quando vi ho scritto da Colunga.
Quel giorno per aspettare che aprisse l'ufficio turistico con internet avevo aspettato quasi un'ora e poi il tempo di scrivere e quando avevo finito erano le 17 e 45, avevo gia' fatto 31 km e me ne mancavano altri 12 e mezzo, che alla normale andatura significava arrivare a Sebrayo verso le 9 di sera, troppo tardi, anche perche' sapevo che e' un piccolissimo centro e forse ci sarebbero stati problemi per la cena.
Ed e' qui che arriviamo ad un'altra mirabolante impresa da me compiuta.....
Mi son detto: animo chico, gambe in spalle e pedalare, e cosi' ho stretto gli spallacci, ho allacciato lo zaino in vita e via di corsa. Ho percorso i 12 km di saliscendi fino a Sebrayo a marcia sostenuta in salita e correndo allegramente sul piano e in discesa, e il risultato e' stato che alle 7 e un quarto ero arrivato, 12 km e passa in 1 ora e mezzo, niente male,eh?
In fin dei conti il mio zaino pesa solo 8 kg, mezzo litro di acqua compresa, e a casa mi allenavo con 13 kg, e poi c'era un bel sole e un'aria tiepida che correre era un piacere.
E poi sono anche successe varie cose divertenti, del tipo che ad un certo punto sbuco correndo di fronte ad una casa e c'era una intera famiglia di contadini seduti fuori, sul trattore, e mi vedono arrivare, e visto che avevano delle facce allibite ho pensato di chiedergli se ero giusto per Santiago, e il padre mi fa: si, si.
E io:e ci arrivo domani? E lui: no, no, oggi!
E tutti giu' a ridere.
Comunque alla fine il mio sforzo e' stato premiato, perche' arrivato a Sebrayo davanti all'albergue, che era la vecchia scuola, vedo due tavolate complete di pellegrini che stan mangiando, allora chiedo informazioni e dal gruppo di spagnoli mi dicono che devo andare da Sonia, l'encargada dell'albergue, mentre l'altra tavolata, un gruppo di ragazzi francesi sui 25 - 30 anni, nemmeno mi degnano di uno sguardo. Sara' anche un luogo comune la spocchia dei francesi ma in questo caso e anche dal prosieguo della serata nulla e' stato fatto per smentirla.
Ad ogni modo vado da Sonia, che abita li' vicino, e che e' stata gentilissima, e mi dice: tu sei l'ultimo arrivato ma sarai il piu' fortunato, e mi accompagna al piano di sopra in una camera individuale, bella e tranquilla.
La camerata di sotto era completa, e vi assicuro che c'era un odore che se penso a quello della mia roba mi consolo, veramente forte forte!
Poi Sonia mi chiede per la cena e mi spiega che a una certa ora passa un tizio con il camioncino con il pane, e tutto il resto ma ormai e' passato, pero' mi regala lei due uova e i pellegrini spagnoli del pane e del formaggio e altra roba, cena risolta. E i francesi hanno continuato ad ignorarmi, e si che sapevano che il camioncino era passato.....cabrones!
Comunque gli ultimi due giorni di Asturie sono stati molto molto fangosi, persino sulle pagine di "consumer eroski" il bel sito spagnolo, dicevano che qui si mette alla prova il proprio goretex, pensa un po!
L'Asturia e' decisamente piu' dura della Cantabria, non come il Pais vasco, ma si torna a salire e scendere, e l'ho trovata anche piu' piacevole come paesaggi, poi da qui in poi, sia per chi devia per il cammino primitivo che per chi continua per il norte, arriveranno molte montagne, e a questo proposito do un suggerimento a chi volesse testare le proprie condizioni prima di partire per questo cammino, perche' se ci si allena solo in piano si potrebbero poi avere problemi qui.
In Italia esiste un bellissimo percorso, il cosiddetto "cammino degli dei" che va da piazza Maggiore a Bologna fino a piazza della Signoria a Firenze, 125 km attraverso gli Appennini, percorso segnalato dal CAI di Bologna, con tante tante salite e discese, poca acqua e pochi posti per dormire, ideale per provare le proprie condizioni.
Io l'ho fatto a meta' luglio scorso, con il gran caldo, e a momenti ci restavo per la sete, pero' mi e' servito, anche a livello mentale, molta solitudine e fatica, e l'ideale sarebbe farlo con la tenda per non essere legati ai pochi posti dove ci sono alberghi.
Si puo' fare in 3 giorni e mezzo se si va veloci, ma se non si riesce a farlo in massimo 5 giorni senza problemi credo che non siate pronti per il camino del norte!
Esiste anche un bel libro dei Wu Ming sul sentiero degli dei.
Da Sebrayo sono poi partito ieri con destinazione Gijon, capitale del principato delle Asturie, io non lo sapevo ma qui c'e' ancora una principe e una principessa, come nelle favole, e che fanno? Niente, vivono bene, mi dicono.
Il principato era precedente al regno di Spagna ed e' rimasto, gli spagnoli non buttano via niente dell'antichità', e' tipicamente spagnolo questo.
A 9 km da Sebrayo c'e' l'enlace, il collegamento, con il cammino primitivo, quello che ogni vero pellegrino deve aver fatto, perche' era il primo, pare, e da qui bisogna fare molta attenzione perche' fino a Gijon si trovano molte frecce gialle contrastanti, quelle che vanno per il norte, con a volte scritto sotto CS, e quelle che indicano il primitivo, dalla parte opposta, e che sotto la freccia llevan una specie di S orizzontale o un'elica. Occhio chicos!
E poi alla fine si arriva a Gijon con un'interminabile entrata, e circa un'ora prima di arrivare in centro si passa in prossimita' del camping Deva, che e' l'albergue de los peregrinos di Gijon, molto fuori mano ma bello e gratis, ti danno dei bungalow carinissimi pero' se non lo sai dov'e' ti capita quello che 'e successo a me, e cioe' che arrivi in centro e scopri che l'albergue non c'e'!
Tra l'altro in tutta Gijon, che tra entrata e uscita ci vogliono 3 ore, si devono seguire le conchigliette stilizzate in ottone sulla pavimentazione, e' facile perderle, ed attenzione che la direzione da seguire e' sempre quella della base della concha, no l'altra!
Comunque alla fine mi sono girato un po' Gijon, che immaginavo diversa (non ho nemmeno incontrato Sepulveda!) e piu' piccolina, credo abbia sui 300.000 abitanti, e invece ha un grande porto e non mi e' piaciuta, e poi ho preso un autobus per tornare verso il camping, e qui trovo un'autista che aveva una faccia cosi' spagnola, ma cosi' spagnola, con un naso particolarissimo ed un'espressione triste, mi immaginavo fosse un ex torero depresso perche' ora guida l'autobus, ma era proprio particolare particolare, e comunque gentilissimo.
E a proposito di autobus, ricordatevi che qui le fermate per strada non le chiamano paradas, che comunque va bene e ti capiscono, ma marquesinas, bello, no?
Della serata a Gijon mi resta solo da dire che nel bungalow eravamo in tre, io e due tizi, lei canadese e lui non so perche' e' rientrato tardi, pero' durante la notte ad un certo punto hanno preso e sono andati a dormire fuori, lui sull'erba e lei sulla veranda del bungalow, pazzesco! Perche' lo avranno fatto, forse russavo? Ed era freschino.
Besos chicos.


9 ottobre 2010
Ancora pioggia – Aviles

"El camino de Santiago, ademas de una ruta turistica por pueblos, lugares y paisajes, es un camino personal e interior, donde santiago es solo un simbol y puede encontrarse en cualquier lugar"
"Y recordate sobretodo el que estas en un camino yu nunca en una carrera"
Riporto queste due belle frasi perche' forse sono alla fine, si, ahime', sono arrivato ad Aviles dopo 25 km di pioggia, non so domani che faro', avrei un altro giorno a disposizione ma vorrebbe dire inoltrarsi per paesini da dove potrei poi avere problemi con i bus, e io devo assere a Valladolid martedi' mattina presto, che vuol dire o dormire li' la sera prima o essere lunedi' a Leon per vedere gli orari dei bus del mattino presto successivo, insomma lunedi' devo assolutamente spostarmi e domani non so, sono indeciso, potrei comunque fare al massimo una trentina di km e poi ritornare ad Aviles in bus, ma non so se ne avro' voglia.
Comunque fin qui sono stati 14 giorni di cammino e sono arrivato a 510 km, me ne mancano solo 305 a Santiago, per la prossima volta.
Senza il problema del telefono qui ci sarei arrivato ieri e sarei andato sicuramente oltre, ma non mi interessa, come dice la seconda frase riportata, questa non e' una gara ma un camino, e ognuno lo fa con il suo passo, che puo' essere piu' o meno veloce, ma non ci sono gare.
E sapete quand'e' che secondo me il cammino diventa una gara? In estate, quando la gente si alza alle 3 per arrivare a fine tappa alle 10 e prendersi il letto, e questa e' una vera patologia. Io in questo cammino sono sempre arrivato tardi, quasi sempre sulle 6 passate, e spesso anche verso le 8 di sera, e non ho mai avuto la necessita' di correre per il timore di non trovare da dormire.
Qui al norte c'e molta meno gente che sul camino frances ma io ho avuto l'impressione che comunque gli albergues siano proporzionati come dimensioni e che anche qui d'estate ci possano essere problemi per i letti.
Resto dell'idea che i periodi migliori siano sempre aprile e fine settembre ottobre, si va tranquilli e ci si puo' godere il prorio cammino.
E visto che si parla queste cose credo anche che chi non ha tutto il tempo che serve possa pensare di fare il cammino del norte saltando Cantabria e Asturie, quindi Pais Vasco fino a Bilbao e poi Galizia, due settimane in tutto. So di dire un'eresia per molti, io per primo non lo farei e preferisco farlo tutto magari in 2 volte, pero' credo siano assolutamente le parti migliori, da non perdere, anche se e' vero che passare per la Cantabria valga la pena solo per Guemes e Padre Ernesto, e che camminare per la spiaggia con i piedi bagnati dall'oceano ti capito solo li', pero'..... era solo un'idea.
Della tappa di oggi non c'e molto da dire, 25 km di acqua e fango e alla fine alle 2 sono arrivato ad Aviles, che ha un casco antiguo carino.
L'albergue e' in centro e c'e' un simpatico signore, fino a prima eravamo in pochetti, tra cui due signori tedeschi che gia' conoscevo da Sebrayo e uno dei due si e' addormentato alle 3 sul letto con zaino e tutto, e come russava, mi sa che stanotte metto i tapones.
Qui il mattino e' sempre piu' un problema, viene chiaro alle 8 e 20 e se parti prima perdi le frecce, ma perche' tengono l'ora legale cosi' tanto? Quello che risparmiano la sera di corrente lo spendono la mattina, credo.
La tappa di ieri di 30 km con arrivo a Gijon alle 3 e di oggi di soli 25 con arrivo alle 2, sono servite come defaticamento prima dell'interruzione totale e il ritorno alla routine italiana, anche se torno volentieri, molto volentieri, per riabbracciare i miei bimbi che hanno avuto in destino un padre viandante, che cosi' spesso se ne va in giro per il mondo, ma che sempre li pensa.
Un beso a Ludo, y uno a Vitto, y uno mas a Bao y otro mas Otti, muchos besos chicos.
Y por supuesto un beso grande a mi amor.
Hasta luego a todos.


11 ottobre 2010
Que viva España! – El Pito

E insomma il cammino mi ha regalato un ultimo grande giorno, ora vi racconto.
Sabato pomeriggio ero arrivato ad Aviles e stavo pensando di fermarmi li', anche perche' quando ritornero' per terminare questo cammino sara' sicuramente piu' semplice arrivare ad Aviles che in qualche sperduto paesino, pero muchas dudas me tormentaban, el ultimo dia de camino con la lluvia.....
La sera ero uscito per mangiare e Aviles mi e' molto piaciuta, piccolina ma con un bel centro, e poi si puo' mangiare veramente con due soldi, tapeando, cioe' andando a tapas. Funziona cosi': devi trovare i posti giusti, ma ce ne sono parecchi, dove mettono le tapas sul bancone, tutte cose sfiziose, con pane, salumi, involtini y mucho mas, poi ordini da bere e le tapas sono gratuite. Io preferisco mangiare con il vino, che costa anche meno della birra, e se prendi un tinto de la casa lo paghi 60 centesimi, dappertutto, e dopo tre bar e una montagna di tapas avevo speso 1.80 euro ed ero strafoderato, pazzesco, no?
Poi tornando verso l'albergue entro in un ultimo bar e trovo alcuni pellegrini che conoscevo e mi sono unito a loro, erano un braseilero della mia eta', un tedesco mayor y un canadese mayor tambien, di 78 anni. Ci siamo divertiti un sacco e gli ho anche fatto conoscere l'orujo, che se uno non va con gli spagnoli mai sapra' cos'e', ed e' una specie di grappa, piu' leggera. Il posto era poi proprio bello, a 200 metri dall'albergue lungo calle Rivero e si chiama La bodega de Rivero, al nr. 83. Ve lo scrivo perche' se arrivete qui ne vale la pena, il tabernero e' molto accogliente, e metteva su tutta musica particolare, la traviata e persino l'internacional socialista in spagnolo, quasi piangevo....
Il brasileiro aveva le chiavi dell'albergue e abbiamo fatto tardi, ma qui sul cammino del norte funziona cosi', altro che sul frances. Qui quasi sempre gli hospitaleros alle nove se ne vanno e ti lasciano le chiavi, basta mettersi d'accordo tra pellegrini e se uno vuole farsi la serata, dove merita, non c'e' problema, bello.
Poi ieri mattina mi sveglio per ultimo, ormai pensavo di aver appeso la conchiglia al chiodo, tutti erano partiti, vado fuori e c'era il sole... allora mi son detto: no, no me cae bien despedirme del camino asi', con la lluvia, no, no lo quiero.
E cosi' mi son preparato e sono andato alla stazione dei treni e ho trovato che c'era un treno che alle 4 e mezzo passava per El Pito (che nome per i veneti!) e tornava ad Aviles, e quindi via, El Pito si trova a 25 km da Aviles lungo el cammino, era perfetto per me.
Cosi' ieri ho finito in bellezza ed in relax la mia ultima giornata, con il sole.
Arrivato a el Pito alle 4 (molte soste!) vado alla stazione che in realta' era una solitaria marquesina (parada o fermata) lungo un desolato binario. Poco dopo il tempo cambia e inizia a piovere, pazzesco! E non ha piu' smesso.
Ieri mattina ho camminato un po' col tedesco della sera prima, che ha 66 anni, e il suo amico di 71, erano forti, ed entrambi hanno un figlio che fa il pilota alla Lufthansa, e cosi' go saputo quanto guadagna un giovane pilota tedesco, circa 5 o 6 mila euro al mese.
Da El Pito per entrare in Galizia mancano solo 80 km e poi altri 200 e sei a Santiago, se avevo altri 5 o 6 giorni, accelerando un po', ci arrivavo, peccato.
Tornato ad Aviles ho poi preso un bus e sono andato a Oviedo per passare la notte, e' una bella citta' Oviedo, con un bel centro, veramente notevole, ma pioveva molto, la sera, la notte e anche stamattina. Ma cio' non mi ha impedito di visitarla un po' e di tapear anche ieri sera, sempre spendendo meno di 2 euro, e in Asturias si mangia molto bene, formaggi e salumi superbi, e piatti molto particolari, veramente ci sarebbe da mangiare mucho!
E poi ci sono tutte queste sidrerie con i camerieri che riempono il bicchiere alzando al bottiglia in alto e senza guardare il bicchiere lo riempono a meta', versandone parecchia in giro, e serve per far salire le bollicine, e vederli in queste grandi sidrerie, tutti presi in questo esercizio, e' uno spettacolo.
Poi torno in albergue e chi trovo? Moise, la spagnola di Piñeres, quando arrivai dopo la giornata di grande pioggia, pazzesco, e' la magia del cammino questa.
Lei arrivata all'enlace ha deciso di continuare per il primitivo di cui Oviedo e' la prima tappa e cosi' eccola qui. E a questo proposito mi ha colpito che l'unico albergue di Oviedo ha 18 plazas, solo. Ieri eravamo in 5 ma la sera prima era pieno, e siamo a meta' ottobre, attenzione pellegrini estivi, come gia' scritto anche qui al norte d'estate si rischia di dover fare le corse per prendersi il letto y no me gusta!
Bene, quindi il mio cammino e' terminato ieri e cosa vi posso dire?
Mucha soledad, y mucho sol y viento, y lluvia, y estrellas que no siempre son las que estan en el ciel.
E se vi dovessi dire secondo cos'e' la cosa piu' importante del cammino vi direi che e' la consapevolezza che nei rapporti con gli altri quello che fa la differenza e' sempre come tu per primo ti poni. Spesso si conoscono delle persone superficialmente e ti sembrano scontrose o algo asi', ma forse sei tu che hai sbagliato approccio.
Se tu per primo ti fossi posto in maniera diversa avresti scoperto il loro lato migliore e avresti ricevuto quello che hanno da darti, ma sei tu il primo che deve cambiare, ed aprire il tuo cuore agli altri. Ecco, per me questo e' quello ricevi dal cammino.
Anche questo cammino e' terminato.
Besos y hasta luego.


11 ottobre 2010
Impressioni e dati vari

Mi ero dimenticato di scrivere che ora sono a Leon.
Partito da Oviedo in bus stamattina con gran pioggia e arrivato qui col sole, ora vado cercare da dormire, o dalle monjas carbajalas in centro( ritirata alle 9.30!) a al municipal che mi han detto non ha orario ma e' piu' fuori dal centro.
Poi domani parto in bus, che qui in Spagna sono molto economici rispetto al treno, e alle 9 e mezzo arrivo a Valladolid alle 11 e 15, il bus mi scarica giusto davanti all'aeroporto e il volo per Bergamo ce l'ho alle 13.30, meglio di cosi' non poteva andare, poi lungo e penoso ritorno con le ferrovie italiane da Bergamo a Padova
Ed ora un po' di dati e impressioni varie.
Innanzitutto il camino del norte e' sicuramente piu' duro di quello francese per la sua orografia, e lo stesso vale per il primitivo che parte da Oviedo (km 320 a Santiago con molta molta montagna), e anche per il tempo sicuramente peggiore. Qui in Castilla la meseta blocca i venti oceanici che scaricano in Galizia e sulla costa.
Poi che dire ancora? Qui al norte c'e' sicuramente il problema degli albergues, pochi e a volte a distanze sballate, o troppo vicini o troppo distanti e cio' puo' voler dire essere obbligati a dormire in hostal privati o hotel spendendo dai 15 ai 30 euro. E un mese cosi' diventa dispendioso...
E visto l'argomento vi dico cosa ho speso io, premettendo che la mia giornata tipo e' stata sempre molto regolare, e salvo rare eccezioni sempre uguale;
colazione al bar, spesa circa 2 euro;
pranzo per strada comprando del pane e salumi in qualche negozio di alimentari, a volte bocadillos in un bar;
un paio di soste nel pomeriggio a bere qualcosa prima di arrivare a destinazione;
notte sempre (dico sempre con l'eccezione di San Sebastian euro 17) in albergues dove ho speso massimo 5 euro, spesso, 3, a volte donativo dove io lasciavo 5 e a volte gratis;
cena sempre fuori in bar o ristoranti con spesa media di 10 euro.
Alla fine della fiera ho fatto i conti e la mia spesa media e' stata di 23 euro/die.
Si puo' spendere di piu' o anche di meno ad esempio cenando sempre in albergue e comprando la roba e cucinandola, ma alla fine non e' che si possa scendere sotto i 15 al giorno credo, e questo e' uno dei motivi per cui non credo si possa piu' fare questo cammino come un vero e proprio pellegrinaggio.
Questo e' un pellegrinaggio per ricchi, si devono ipotizzare per un mese circa 700 euro, 400/500 se si risparmia alla morte e anche di piu' di 700 se si hanno abitudini diverse dalle mie, tipo hotel, e con queste cifre essere pellegrini veri e' dura.
Il vero pellegrino dovrebbe poter partire senza nulla e vivere della provvidenza, io la penso cosi'.
Su di me cosa dire? Ho fatto molta strada, e a parte gli ultimi due giorni in cui ho rallentato la mia media era oltre i 39 km al giorno, e soprattutto nel Pais vasco e' stata una bella impresa! E non l'ho fatto per stabilire un record ma perche' era il mio passo e perche' sono allenato e sto bene. Non ho preso in 15 giorni nessun antidolorifico o antiinfiammatorio, solo la sera di Guemes, dopo la tappa di 55 km li' si, ho preso per precauzione una bustina di Tachidol, non si sa mai!
Lo scorso anno sul cammino francese facevo molta meno strada, intorno ai 30 - 32 di media giornaliera, perche' avevo trovato persone con cui stavo bene e quindi si rallenta giocoforza, qui al norte e' molto solitario, inutile sottolinearlo, e si cammina quindi di piu', e la vera differenza non la fa tanto la velocità di marcia quanto le ore di marcia. Anche chi va piano se marcia molte ore alla fine della giornata avra' fatto tanta strada, ve lo garantisco, pero si deve camminare dalle 8 di mattina alle 6 o 7 di sera, e i 40 km sono assicurati.
Baden Powell aveva ragione, non esiste il bello e il brutto tempo, ma un buono o un cattivo equipaggiamento, pero' con il sole e' meglio! E a proposito di equipaggiamento sconsiglio fortemente scarpe da trekking leggere qui al norte, c'e' molto pìu' fango che sul francese dove io ad esempio avevo fatto credo l'80 percento del cammino in scarpe da ginnastica. Qui e' impensabile farlo, scarpe alte e robuste amigos.
Non ricordo se l'ho mai scritto, ma i cippi di cemento con la conchiglia gialla si chiamano mojon e vi guidano lungo il cammino, a volte quando li vedete tirate un sospiro di sollievo, gia' pensavate di aver smarrito il cammino.
Anche dopo questo cammino resto dell'idea che la gente che lo fa lo faccia per 5 o 6 motivi al massimo, li elenco in ordine casuale e non conosco le relative percentuali quantitative, claramente.....

1)vacanza a basso costo
2)per promessa, di solito per malattie di familiari o cose cosi'
3)periodo di riflessione, magari per decisioni importanti
4)senderismo, come dicono qui, o trekking
5)per motivi religiosi
6)per vacanza, perche' e' un po' di moda, o no?
nada mas!

E infine alcune considerazioni su questo cammino e i posti attraversati.
Pais Vasco superbo. Cantabria bella per le spiagge ma brutte citta'/cittadine, troppe, turistiche e fuori stagione, non mi e' piaciuta, a parte Guemes e alcuni altri posti attraversati. Asturie di nuovo bei posti in generale e di nuovo montagna, e si mangia muy bien.
Complessivamente tanta, secondo me troppa, strada asfaltata. Le grandi citta' attraversate non mi hanno entusiasmato, ben altra cosa e' passare per Pamplona, Burgos, e poi Leon, Astorga....
Questo cammino e' parecchio piu' duro di quello frances, per la scarsita' di albergues e per la montagna, sconsiglio di partire allo sbaraglio, a meno che non abbiate tutto il tempo del mondo a disposizione.
Se invece avete il tempo contato, il classico mese per farlo tutto intero, e non siete preparati, avrete tutta la gloria del mondo, e anche molta sofferenza, e dovevo scrivere qualcosa su questo argomento, ma ora no, ora vado a tapear, forse piu' tardi se ci riesco.
Problema acqua non avvertito, forse e' la stagione e ne serve meno, ma io con il mio mezzo litro me la sono cavata egregiamente, mai sofferto la sete.
E vi saluto ammettendo un'ultima debolezza. Ieri nell'ultima tappa la macchina perfetta del mio fisico mi ha tradito di nuovo e son dovuto correre a precipizio, come fuori Bilbao, a cercare un cespuglio, ma questa volta nessuna donna e' venuta a vedere perche' avevo gli occhi grandi!
Anche questo e' il cammino!
Ultreya chicos.


11 ottobre 2010
La sofferenza

Alla fine sono finito al municipal, esta' abierto por las 24 horas, e non e' poco qui a Leon!
E volete sapere qual'e' la differenza vera tra il camino frances y el camino del norte?
E' semplicissima ed e' sintetizzabile nelle poche ore che ho passato qui a Leon.
Io ho trascorso due settimane praticamente da solo, camminando todo el dia solo, dormendo a volte solo e a volte in 2 persone o altre volte in 4 o 5.
Bene, oggi dopo aver mollato lo zaino nell'albergue sono tornato in centro, nel barrio humedo, el casco antiguo insomma, e in un bar ho sentito una ragazza che parlava italiano, allora ho attaccato bottone e adesso sono gia' aggregato ad un gruppetto di persone che stanno facendo il camino frances e che si sono conosciute lungo il cammino e domani proseguono per Hospital de Orbigo.
Sono due ragazze italiane, una coppia di baschi, un muchacho argentino, un greco, due spagnoli e un altro ragazzo italiano molto giovane, e stasera passero' la serata con loro, senza orari perche' stiamo al municipal.....
Ecco, la differenza sta tutta qua, mezzora in giro per Leon e sono in compagnia di persone che stanno facendo la stessa cosa che io ho terminato di fare ieri..... e' da pensarci, eh?
E ora per i piu' forti, la noce che vi avevo promesso...... ma qui sul cammino l'argomento della sofferenza non e' poi un concetto cosi' estraneo, a molti capita di incontrarne parecchia.
Io non sono credente, e so di avventurarmi in terre sconosciute, paludi fangose in cui e' facile commettere passi falsi, e quindi spero di non offendere la sensibilita' di nessuno, e me ne scuso se capitasse.
Nel pensiero cristiano, e cattolico in particolare, il concetto della sofferenza viene ben espresso in queste parole:
"Completo nella mia carne — dice l'apostolo Paolo spiegando il valore salvifico della sofferenza — quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo che è la Chiesa"
E per stare a tempi piu' recenti con la Lettera apostolica "Sal¬vifici doloris" del 1984, Giovanni Paolo II affronta il tema del valore salvifico del dolore che si sostanzia nel Vangelo della sofferenza scritto in primo luogo dallo stesso Reden¬tore con la propria sofferenza as¬sunta per amore, perché l'uomo "non muoia, ma abbia la vita eter¬na"
Ecco, questa cosa nelle mie corde proprio non c'e', ed e' per questo che mi sono preparato fisicamente molto bene per il cammino, proprio per non soffrire, e perche' credo che il detto, molto popolare qui: "sin dolor no hay gloria", e che gli anglosassoni conoscono con "no pain, no glory", non sia altro che una consolazione per le sofferenze quotidiane, che qui sul cammino possono essere davvero molto forti, soprattutto se si parte non preparati adeguatamente.
Io non sono credente ma rispetto chi crede e se qualcuno che incontro sul cammino, e mi e' capitato molte volte sul camino frances l'anno passato, sta soffrendo ed e' felice, per me va bene, ma lo ripeto, non condivido questa visione della sofferenza.
Io cerco di non soffrire e se proprio mi capitasse l'ultima cosa che penserei e' che comunque c'e' un fine ultimo per questo, sarebbe dolore y nada mas.
E sicuramente non penserei certo di dedicarlo a qualcuno, alla chiesa o alle persone piu' care. A queste ultime posso dedicare uno sforzo particolare, come ho fatto il giorno della gran pioggia, ma si trattava di una bella fatica, perche' qui io sto bene e sto facendo una cosa che mi piace, e sono felice, ed e' molto diverso quindi.
In molte occasioni, non credendo, ho invidiato le persone che hanno la fede, per quest'ultima ancora di salvezza che hanno, per questo rifugio contro le burrasche della vita, per i momenti peggiori,per lo sconforto e gli scuotimenti, per non precipitare nel fondo quando tutto sembra nero e t'assale la disperazione, ma tant'e', yo no puedo.
E di sicuro se soffro non penso che ne beneficerà la chiesa.... che credo abbia ben altri problemi che queste cose che trovo onestamente assurde.
Io ho 4 figli che frequentano gli ambienti cattolici perche' mia moglie e' credente, e sono assolutamente convinto della bonta' di intenti di questi luoghi, del loro progetto positivo, pero' anche credo che se veramente la chiesa non desideri morire lentamente, con una lunga agonia, deve avere il coraggio di affrontare alcune paure, prima fra tutte l'anacronistico celibato dei preti, che tanta feccia ha portato all'interno della chiesa, sputtanandola tutta, e mi riferisco solo ed esclusivamente alla pedofilia, crimine orrendo, e per cui c'e' un solo rimedio, scremare in partenza i futuri preti rendendoli piu' vicini agli uomini di cui poi si occuperanno.
Mi accorgo di aver un poco deviato dal percorso dei miei racconti sul cammino e me ne scuso, ma qui sul cammino si pensa molto, mucho mucho amigos, e si pensa alle cose piu' strane.
E per questo diario il titolo finale sara':
Camino del norte, camino de soledad, de mucho viento y sol, y de muchas estrellas.
¡Hasta luego a todos!

Valerio
 
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