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il gruppino - due giorni sulla dorsale del triangolo lariano

guido_e_cri

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prologo [ma finto]


una gastroscopia.
assegni che vanno.
assegni che vengono.
l'appuntamento con don luca.
una visita chirurgica vascolare.
una dall'urologo.
una scintigrafia.
due giorni in ospedale.
un intervento all'unghia dell'alluce.
un mal di schiena curato con un cerottino.
il richiamo dell'antitetanica
una scatola di efferalgan.
un giro in prefettura.
in un unico giorno due volte al cimitero.
l'anniversario di morte della "mia velia" [con quelle tre lettere di aggettivo possessivo che commuovono alle lacrime].
il numero dell'assistente sociale.
le visite di un'assistente domiciliare.
un taglio di capelli dal barbiere.
nina trovata morta.
il funerale di nina, poi.
a canneto da solo, infinite volte.
a canneto con luca, poche volte.
a canneto con pier, un'unica volta.
25.000 lire di taxi.
la signora anna ed il signor luca.
il dottor costa.
tre foglietti della farmacia comunale di cremona: scheda pressione arteriosa.
una telefonata da pinzolo.
un mal di gola.
una dose di antibiotico alle 16.00.
bianca che cade.
un tentato furto.
un elenco di utenze da pagare spuntato.
delle praline che regala ad anna.
del gianduia che regala a marta.
un pranzo a casa di patrizia.
l'idraulico che ripara la stufa.
un anticipo di 150.000 lire per un televisore nuovo.
un vaglia a giulio.
un ordine di olio.
uno per l'acquisto di un termometro.
l'inizio della guerra in afghanistan.
nessuna traccia dell'11 settembre che ha cambiato il mondo

[sappiamo solo che c'era il sole, ma faceva fresco - non c'è giorno in cui non venga scritto che tempo che fa].

parole rade.
scrittura stenta.
pagine ingiallite.
copertina dorata.
agenda di padre pio - anno 2001.​


anno 2008.
paese della bassa.
nulla introno.
campi ovunque.
aria ancora calda di fine settembre quando è un fine settembre con in bocca resti d'estate.
stazione ferroviaria.
binari del treno.
tardo pomeriggio.

banchina del binario sotto i miei piedi.
quel puzzo di caldo lì, ai margini dei vagoni.
lo zainetto sulle spalle - pc e mela.
un libro in mano.
un dito infilato tra le pagine a tenere il segno.

mi guardo intorno.
non sono mai stata qui.
mi guardo intorno.
non sapevo neanche fosse ancora lombardia.
mi guardo intorno.
l'italia quando è provinciale.
mi guardo intorno.
eccola, l'uscita dalla stazione.

piazzale della stazione.
aria di quel tardo pomeriggio che sta per diventare quasi sera.
ombra a calare.
ombrelloni del bar ancora aperti.
pendolari che passano.
soliti al bar.
un bicchiere di bianco.
uno di rosso.
un giornale stropicciato.
mani di lavoro manuale.
delle macchine che aspettano.
delle biciclette che vanno.

sto lì.
in piedi.
aspetto.
ti aspetto.

mi si avvicina un uomo.
pancia ampia di ampiezza malata.
occhi porcini, capillari di fuoco.
barba devastata dal tempo, dalla trascuratezza, dalla sporcizia.
vita masticata dall'esistenza, dalla povertà, dall'incuria, dalla follia.
mi allunga un volume, quest'uomo.
me lo schiaccia in mano.
pare un libro.
è un'agenda.
dice - voce impastata, voce urgente: "tienilo. tienilo tu. questo devi tenerlo tu".
neanche il tempo di aprire bocca.
neanche il tempo di ribattere.
che poi.
che vuoi dirgli?
che vuoi dirgli, a quella sua follia?
se ne va.
mi lascia lì.
in mano ho quell'agenda.
in mano ho brandelli di vita altra.
sua? altrui? mai saputo.
non ho mai avuto il coraggio di buttarlo via, quel volume.
mi parrebbe di profanare dono ed esistenza.
abita nella libreria, sopravvissuto per anni a traslochi e riordini.
accanto c'è un manuale per fare l'uncinetto, sotto il diario della mia nascita scritto dal mio papà.

sto lì.
ti aspetto.
arrivi.
berlingo blu.
barba rossa.
un bacio.
un altro.
un altro ancora.
ah, l'amore quando chiama.
ah, l'amore quando si trova.
ah, l'amore quando stare lontani 12 ore era già tanto ed era già troppo.

questo.
questo era codogno per me.
quella stazione.
quell'uomo folle.
quell'agenda che passa di mano in mano.
quello stupore che mi lasciò quel dono pazzo.
quell'amore nostro - vagabondo e fortissimo.
quel nostro trovarci di allora - ovunque, purchè fosse.

questo.​
questo era codogno per me.​
poi.​
poi venne "il gruppino - atto secondo".​
poi.​
poi venne il "covid - annata 2020".​

" maryam e Clara che facciamo, quest'anno?"
"e se facessimo un paio di tappe sulla francigena?".
"potremmo fare da santa cristina a piacenza. che ne dite, ragazze?".
studiamo.
ci piace.
lunghezza?
giusta.
ci piace.
dislivelli?
inestistenti.
ci piace moltissimo [sopratutto dopo la prima tappa del viandante dell'anno scorso].
andata?
andata.
francigena sia.

si sceglie il weekend.
si prenota l'ostello.
si cerca il numero del barcaiolo per attraversare il po.
si studiano gli orari dei treni.
si capisce dove lasciare la macchina.
ci si mette d'accordo per la serata tapas, già arrivata all'ennesimo rinvio.
manca giusto lo zaino [neanche simo - quella degli zaini precoci - lo ha ancora fatto].
mancano giusto un paio di settimane.

e qui - qui - codogno diventa cruciale.
codogno che non era niente.
codogno che non era nulla.
codogno che era solo amore, follia, misere pagine scritte - amarcord di un 2008 lontano infinita vita.
codogno diventa il nostro snodo.
codogno diventa la nostra stazione di cambio.

ma sono gli ultimi dieci giorni di febbraio 2020.
ma sono i primi dieci giorni di marzo 2020.
codogno smette di essere snodo solo per noi.
lo diventa per l'italia intera.
c'è un prima di codogno e un dopo codogno.
codogno smette di essere la nostra stazione di cambio.
codogno cambia l'italia tutta.
l'europa intera.
ogni occidente.
qualunque noi.

cambia codogno.
cambia l'italia.
cambia ognuno di noi.
cambiano i giorni.
la percezione di sè.
il respiro della vita.

il 24 febbraio 2020 Ermetismo riporta qui sul forum questa notizia.

Via Francigena e Coronavirus: due tappe che al momento non bisogna percorrere
In relazione alle misure precauzionali adottate per contrastare la propagazione del “Coronavirus”, nell’area del lodigiano, dove sono stati individuati alcuni casi di positività al virus, si sconsiglia, al momento e sino a nuovi aggiornamenti di percorrere (e soggiornare), anche ad eventuali Pellegrini/Viandanti nelle seguenti tappe della Via Francigena:
Santa Cristina – Orio Litta
Orio Litta/Piacenza
Vi terremo informati sull’eventuale evoluzione del fenomeno.
precisione chirurgica, non c'è che dire.
rimandiamo.
non c'è altro da fare.
rimandiamo.
e ancora non sapevamo quanto e per quanto avremmo dovuto rimandare sogni, progetti, vita, vite.
il naufragato cammino del gruppino era davvero il meno.
 
Ultima modifica:
L’hai poi letta quell’agenda ?
Mi hai messo addosso una curiosità indecente, avida di fato.
 
e certo che l'ho letta.

quell'agenda conteneva appunti sparsi.
quelli che ho copiato all'inizio del post, in corsivo.

cri

ps.: una curiosità avida di fato.
espressione fantastica.
poesia e cazzotto, insieme.
 
Mica male, la tua "Codogno" ... contiene un mondo, tuo e di chissà chi altri.
Mi hai fatto venire in mente la mia, Codogno, molti anni prima che passasse agli onori della cronaca per le note vicende del corona.
Farò uno sforzo e proverò a descriverla, la mia Codogno.
E' uno sforzo enorme: lo faccio adesso e non lo ripeterò mai più.

" Per me Codogno è stato per trent'anni solo un numero, per l'esattezza, 400.5 (si diceva proprio così: "quattrocentopuntocinque"), una frequenza radio espressa in Kilohertz e ad esso era associata una sigla di tre lettere, la sigla "COD".

Anticamera dell'aeroporto di Linate: ovvero, se Linate fosse stato un appartamento, COD, cioè Codogno, era l'atrio, il posto dove si appendono i cappotti quando si rientra a casa, il posto che prelude all'arrivo.

Due erano i radiobeacon (certe antenne unidirezionali che indicavano un punto sul terreno da lassu', dove le nuvole hanno un aspetto diverso e dove la pioggia cade in orizzontale).
L'ago rosso, di solito puntava su Linate e quello verde su Codogno: lo so, li selezionavo io!

Stasera c'è molto traffico in arrivo, colpa di un temporale estivo o del solito nebiùn e quindi te lo devi aspettare: il controllo ti chiama e quando senti che è proprio il tuo numero di volo ad essere in ballo, quando sai che è a te che tocca, quando tiri su il microfono sacramentando.
"Ecco! Lo sapevo!"
La voce nasale del controllore, sai già cosa ti dirà ma quando rispondi, speri di esserti sbagliato:
" Andate su Codogno e mettetevi in attesa. Tempo previsto 40 minuti"!

Allora impugni le manette del motore sacramentando qualcosa tra i denti, rallenti il tubo di ferro con le ali ed i motori che prima cantavano, diminuiscono di tono in un lamento che pare voler dire: "noooooo.....!" con la "O" che si abbassa sempre di più fino a diventare un sussurro.
210 nodi, botta di slat e pure una tacca di flap sennò voli "appeso" e quelli dietro dovranno andare in bagno camminando in salita appoggiandosi a tutti gli schienali, per poi tornare indietro a passo di carica!

Tu inizi a girare, una traccia che ricorda tanto i biscotti Nipiol, per chi se li ricorda.
Un minuto dritto, un minuto in virata, un minuto dritto e virata ancora per tornare su quel punto: "COD", 400.5, l'ago verde che danza sulla bussola, ruota di scatto di 180 gradi se sei stato bravo a correggere il vento oppure "scarroccia", se lo hai corretto male: tu lo guardi girare e mentalmente ti stringi la mano o ti dai del pirla: quasi sempre è la seconda.
Aumenti la correzione: "Ma che cazz0 di vento c'è, quassù?"
Il giro dopo, ti stringerai la mano.

Ogni giro son quattro minuti e quindi me ne mancano soltanto 9!
Chi glielo dice a quelli dietro?
"Diglielo tu, vah ..."
"Col cazz0! Sei tu, il Comandante! Diglielo tu!"

In quel mentre si apre di solito la porta alle nostre spalle, è la capo hostess.

"Ma che stiamo in holding?"
"Eh ... ci hanno messo su Codogno per 40 minuti".
"Dietro, i passeggeri, stanno diventando impazienti!"
"Fai un annuncio e digli che abbiamo 40 minuti di attesa!"
"Col cazz0! Sei tu che comandi, diglielo tu!"

Onori e oneri.

Io intanto continuo a disegnare "biscotti Nipiol".
Sotto di me il buio della notte rotto da qualche luce che appare e scompare da sotto le nubi.

Quella per me, è Codogno.
Quella per me è sempre stata Codogno.


Poi il libro del Destino cambia registro.
Poi ho visto alla televisione, mille vite dopo, che Codogno è pure altro e che ha perfino una piazza coi portici.
Che fa 20.000 abitanti.
Ai quali giravo sulla testa a tracciare biscotti Nipiol.
Che addirittura qualcuno ci ha scritto un diario, a Codogno.
Che quel diario è nella libreria della Cri di fianco al manuale di uncinetto ed al diario della sua nascita scritto da Giordano.
Ed io Cri la conosco.
Ed il cerchio si chiude.
E non ci saranno mai più biscotti Nipiol.

Dopo quaranta minuti, usciremo dalla holding ed atterreremo a Linate con a bordo duecento passeggeri incazz@ti perchè in gran ritardo: ci pigliavamo la colpa, faceva parte del gioco:

"Un'ora e mezzo per fare un volo di 50 minuti: è una vergogna! Dovrebbero licenziarvi tutti, razza di incapaci!"

Si, è andata proprio così ... ci hanno licenziato quasi tutti.
Però quando hanno sentito l'annuncio: "Parla il Comandante: Stiamo lasciando Codogno", (stavolta non ti sei fatto pregare, eh?") hanno fatto l'applauso!
Quando lasciavamo Codogno, scattava sempre, l'applauso!

Codogno per me è quell'applauso non meritato.
 
Ultima modifica:
E' un OT grande come una casa, ma sono io stesso un OT ed ogni tanto, questo mi torna a mente.
Grazie per aver ospitato il mio pensiero.
Giuro che non lo faccio più.
:angel:
 
Che storia quell'agenda.
Pronta per il prologo vero.
Sono una fan accanita degli OT.
 
Se penso a codogno mi viene in mente cotogno, il melo cotogno ..... uuuuu che buone le mele cotogne
Mmmmm si ok non c’entra nulla, ma girava in testa come il tuo arreoplanino raul :-)
E dovevo tirarlo fuori
D'altronde c’e chi ha la testa piena di cose “spesse” e chi ha il criceto che gira sulla ruota rincorrendo la mela cotogna


Ok fine c OT ogno


Sbrigatevi a scrivere ✍
 
Ultima modifica:
Raùl , ti dirò una cosa.

io ieri sera ho scritto per il puro gusto di scrivere.

ero a casa da sola.
cioè, da sola.
ero a casa con quelli bassi, ma loro dormivano.
e io ero sola.
e sicuro che se mi fossi messa sul divano sarei crollata.
che se avessi visto un film, avrei visto giusto i titoli di testa.
che se avessi letto, non avrei neanche finito la pagina.

avevo voglia di scrivere.
ma di scrivere un po' bene.
voi che leggete siete sempre un buon motivo per scrivere e scrivere bene.
e mi sono messa lì.
le mani sulla tastiera ed il piacere nel farlo.

e codogno in realtà con "il gruppino - atto secondo" non c'entrava proprio nulla.
voglio dire.
potevo scrivere: "avremmo dovuto fare un pezzo di francigena, ma alla fine non l'abbiamo fatto".
tutto qui.
quattordici parole.
sarebbero bastate.

e invece.
invece quella cosa dell'agenda di cogogno era lì da 12 anni.
ho sempre pensato che ne avrei scritto - un paragrafo, un racconto, un romanzo.
l'ho fatto ieri sera - un post in questa nostra casa.

poi ho premuto invio.
per tutta la sera di ieri e per tutta la giornata di oggi mi chiesta: "ma perchè diamine ho pubblicato quella roba?".

che già il gruppino non c'entra niente c'entra poco con il cammino nel suo senso più stretto.
figurati codogno - codogno mia e codogno altrui, poi - che non è neanche mai stata niente, se non l'idea di un parcheggio prima e alla fine di passi condivisi.

e invece.
il tuo OT.
bellezza e fatica - come ogni giorno, come il cammino, come la vita.

non ti dico altro.
già sai.

ti abbraccio.
cri
 
Ultima modifica:
Amici, continuate a volare OT come e dove volete. Anzi no. Non c'è OT in questo anno assurdo in cui solo voci e amici, o meglio voci di amici, ci fanno volare.
MT
 
Grazie Cri, grazie Raúl, improvvisamente avete dato un senso a quel cammino del gruppino incompiuto che mi aveva sempre irritato assai.
La colpa è della serata tapas, il coronavirus ne è stato solo la manifestazione più evidente, ma da oggi, almeno, possiamo dire che ne abbiamo ricavato qualcosa di buono, i vostri racconti...
 
prologo. quello vero

primi di agsoto

chat su wh.
Sardina posta una foto di una rivista.
[molta, moltissima gratitudine, papi. per tanto. e tanto altro. e tu lo sai. ma adesso anche per questo]
due pagine.
titolo: tra le braccia del lago.
sommario: un percorso di 33 chilometri immerso nei boschi o esposto su creste facili e molto panoramiche attraverso il triangolo lariano.
ehi, gruppino.
idea?
tarlino?
e se?

nessuno di noi tre ne aveva sentito parlare, di queto percorso.
per fortuna che ci sono i sardi, a dirci le cose belle che abbiamo qui in lombardia.
studiamo.
che poi, studiamo.
simona studia.
è l'unica di noi tre veramente organizzata e sempre sul pezzo.

dice: "partenza da brunico e arrivo a bellagio".
da brunico?
ridiamo tutte.
maledetto correttore automatico.
brunate, non brunico.
che da brunico mi sa che si sarebbe fatta lunghina.
[non che sia necessariamente un male, sia chiaro].

dice: "la danno in tre giorni, ma si può fare anche in due".
vada per i due, senza giorni di ferie da aggiungere.
clara - saggia donna - dice: "al massimo il giorno di ferie lo prendo il lunedì per ripigliarmi".
[e invece le basterà un oki una volta a casa e un bagno caldo con sali da bagno e candelina romantica d'ordinanza la sera dopo, per riprendersi].

gira un descrittivo.

"in linea di massima si tratta di un trekking non troppo impegnativo e quindi adatto a tutti. Son 30 chilometri in tutto e si viaggia a un’altezza media di 1200 metri lungo sentieri che non presentano particolari difficoltà né dislivelli. Si cammina quindi 4 o 5 ore ciascuno dei due giorni."
quattro sono le parole preoccupanti di quel descrittivo.
e le quattro parole preoccupanti sono: "in linea di massima".
"in linea di massima" come incipit di un descrittivo di montagna è voragine nera che può ospitare qualunque inferno.
ma siamo fiduciose e ottimiste.
le quote sono basse.
le creste non le facciamo - questa è una delle poche certezze che abbiamo.
niente creste.
che oh, questo è il gruppino. mica le cugine.
l'unica deriva che potrebbe avere questo "gruppino che fa il cammino" è il "gruppetto che fa il bagnetto [alle terme]".
e se loro dicono in linea di massima, noi in linea di massima l'impresa la porteremo a termine.


seconda metà di agosto

"quando tornate dalle vacanze prenotiamo?"
"uh. sì. per quanto mi riguarda possiamo prenotare anche subito. il we è blindato e la necessità di esseri umani maggiorenni e/o sprovvisti di pisello elevata".
simona prenota.
i vantaggi di fare le cose con la miglior tour-operator del mondo.

intanto.
intanto - su binari paralleli che non c'entrano niente - vede la luce anche la "piselli in tenda - quinta edizione".

cos'è la "piselli in tenda?".
papà che portano i loro figliuoli - per caso o per destino per lo più maschi, ma sono ammesse anche le bimbe [piselli in deroga] - una notte in campeggio.
una roba bella e facile e allegra che ha tutte le carte in regola di diventare come la polenta [l'anno prossimo allo stadio?]
partita in sordina [tre papà con cinque bambini], si allarga in modo esponenziale [io lo dico a te, che lo dici a tizio che lo dice a caio - quest'anno erano 8 papà e 16 bambini. e ne mancavano, di papà e di bambini].
la notte in giro dei piselli coincide con quella del gruppino.
"perchè non lo dici al griffo?".
è un attimo.
vi pare che griffo possa tirarsi indietro dove c'è da divertirsi?
la location di questa "piselli in tenda" viene decisa da altri.
e - guarda un po' - è proprio poco lontana dal triangolo lariano, quindi abbastanza vicina a casa di Griffo e Clara .

"maaaa... e se io e i miei piselli venissimo a dormire da voi in tenda già venerdì sera dopo il lavoro?".
come mi imbuco io, nessun'altro.
diranno: fa venire in mente il benzinaio del self servito.
c'è da dire che clara e griffo hanno il cuore grande e l'ospitalità nel sangue

["mi casa es tu casa" scritto sui loro bicchieri
che a bere acqua ti si scioglie il cuore di bellezza
non che servano parole scritte, per saperlo].
e a me dicono: "MA CERTO" [così, tutto bello in maiuscolo].
e a simona dicono: "vieni anche tu".

prologo sia.

================================================

venerdì 4 settembre

finalmente - alle 17.20 - rientro in casa, la borsa ancora addosso, il telefono ancora in mano.
mi fermo.
mi guardo intorno.
avevamo detto: alle 18.00 in macchina.
ma qui di pronto non c'è niente.

[simona - non serve dirlo - lo zaino l'ha fatto giorni fa.
clara ieri sera.
rimango io.
d'altra parte qualcuno deve pur sacrificarsi per tenere alta la media sciatteria].
non ci sono pronte le tende per i piselli.
il tavolino e le sedie per il loro campeggio.
i piatti e i bicchieri per pranzi, cene e colazioni.
i fornellini ed i materassini.
i sacchi a pelo e gli spazzolini.
non ci sono pronti i vestiti dei bambini.
non ci sono pronti i vestiti di guido.
non ci sono pronti i vestiti miei.
è un'estate intera che facciamo e disfiamo bagagli.
ormai siamo bravissimi.
alle 17.43 mando un messaggio al gruppino: "bagagli fatti. per tutti. io ho uno zaino alla paolo_botta . più cibo che vestiti."
mi sento brava.
lo scorso we, quando siamo andati in toscana, avevamo tre felpe in cinque [una taglia quattro anni, neanche da dire che potessimo starci dentro in due].
oggi pare che non abbiamo dimenticato niente.
o almeno.
oggi pare che non abbiamo dimenticato niente di essenziale.

in macchina.
addosso una giornata lunghissima.
tutte le corse fatte per riuscire a incastrare tutto.
i mille e mille e mille pensieri pensati e parlati per un lavoro che mi hanno proposto a pavia.
un furgoncino carbonizzato che ha paralizzato la barriera di milano - si spegne il motore e si sta, il sole a calare oltre lamiere controluce e fari che brillano di rosso.

dai griffi.
e si è lì.
semplicemente si è lì.
a casa.
da loro.
con loro.

entro in giardino.
ci accoglie clara.
non ci pensiamo due volte.
ci abbracciamo.
"si fotta il covid".
e ridiamo.
che sì.
serve ridere
e respirare.
e respirarsi.
e essere amici.
e essere anche pelle e muscoli e braccia.
servono briciole di normalità.
serve quotidianità condivisa.
serve non smettere di vivere.
serve non smettere di essere normali [almeno un po'] e veri [il più possibile].

in cucina.
dani ai fornelli.
abbracci anche a lui [poi dirà: ero troppo stanco. non me lo sono goduto, il nostro abbraccio].
una pentola d'acqua calda che bolle e quegli spaghetti appena calati a spuntare.
quegli spaghetti ancora crudi oltre l'orlo in metallo.
non so.
erano così belli.
facevano così tanto casa.
e normalità.
e bene voluto.
e amicizia di quella bella.
e condivisione.
e cammino.
sì.
cammino.
avremmo potuto benissimo essere in un'albergue nelle mesetas.
si arriva.
ognuno ha addosso la sua vita.
la sua giornata.
i suoi pensieri.
le sue fatiche.
le sue stanchezze.
i suoi sorrisi.
i suoi sogni.
le sue speranze.
le sue voglie.
e ci si ritrova lì.
a cucinare accanto e a mangiare insieme.
e poi magari non si parla anche di pensieri, fatiche, stanchezze, sorrrisi, sogni, speranze, voglie.
ma solo si è lì.
e tanto basta.

bambini a giocare - non che si vedano spesso, i nostri figli. ma quando si vedono paiono fratelli. buon sangue non mente.
genepy per entrare un po' nel mood montano.
chiacchiere attorno al tavolo.
bocche sporche di cioccolata.

colchones al suelo.
gatto a digerire un topo.
pipì in bagno.
la via di francesco a portata di mano.
non fosse che crollo di sonno, potrebbe essere la pipì più lunga e più bella dalla storia delle pipì.

crollo di sonno, io.
tom no.
"adesso basta. devi fare il bravo e dormire. tom, se non stai zitto e fermo, ti tolgo dalla cameretta dei bambini e ti sposto in cucina".
"va bene, mamma. allora spostami in cucina".
ecco.
qualcuno mi dice come si fa a restare seri?
dentro il buio della notte, di noi cinque adulti nessuno lo sapeva.
 
Ultima modifica:
Fantastico inizio di giornata, anche se c'ero, scritto da te sembra ancora più bello.
 
Io vi adoro tutti!
Vi abbraccerei tutti dal primo all'ultimo!
Ma la Cri!
Con la capacità di far sentire presenti gli assenti.
Ho guardato la foto con attenzione...
sicuro che non c'ero?
A leggere mi sentivo in quella tavola, c'ero sicuramente c'ero.
Ma c'è un mare in mezzo, certe volte invalicabile.
Pat
 
anche io c'ero, Pat. Un po' over, ma c'ero. Bello essere giovani con famiglie giovani così... un po' vi invidio.
ma prevalentemente vi adoro
MT
 
Wow che intrigante questo thread,
maestria dei nostri scrittori anche con OT piacevolmente volanti (tranne per chi aveva appuntamenti e doveva atterrare velocemente) e tavolate dei lumbard : - )
 
Il gruppino...meravigliosi tutti!
Che nostalgia...
Che voglia di abbracciarvi...di abbracciare tutti i PPS...
<3
 
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Mappa cammini storici

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Un bellissimo regalo per chi ama il cammino

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Libretto "Racconti in cammino"

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I libretti di 55 pagine raccolgono i migliori racconti dei 3 concorsi letterari organizzati dal forum

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Scudetto PPS

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Lo scudetto da applicare sullo zaino per riconoscersi sul cammino e il libretto per prendere appunti

Lo scudetto è realizzato in stoffa e può essere cucito o incollato dove si desidera, non è termoadesivo.

Il costo comprende anche le spese di spedizione che variano a seconda della quantità ordinata.

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